1983-2013: la presa in giro delle riforme istituzionali (di Claudio Lombardi)

distrazione riforme istituzionaliPresi dalla novità e dall’urgenza di uscire dallo stallo nonché dalle emergenze dell’economia e della finanza pubblica avevamo un po’ trascurato-sottovalutato la parte del discorso programmatico di Letta dedicata alle riforme istituzionali. Ecco, però, che la mozione approvata in Parlamento pochi giorni fa la riporta al centro dell’attenzione. La sostanza della mozione è nel seguente periodo: “per avviare una stagione di riforme costituzionali di ampio respiro, occorre definire un metodo che consenta di affrontare, secondo un disegno coerente, le principali questioni sinora irrisolte, da ultimo richiamate nel discorso programmatico tenuto dal Presidente del Consiglio dei ministri innanzi alle Camere, concernenti la forma di Stato, la forma di Governo, il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari e la riforma del sistema elettorale, la quale – naturalmente – non potrà che essere coerente e contestuale con il complessivo processo di riforma costituzionale.

Perfetto. Di cosa ha bisogno l’Italia? di rappresentanze parlamentari credibili, stimate ed efficienti. Come si selezionano? Scegliendo fra candidature che fanno capo a progetti politici e a programmi chiari, coerenti e affidabili. Come si formano queste candidature? In nuclei associativi (partiti, movimenti o come vogliono chiamarsi) che fanno politica e che ricevono dai cittadini la fiducia necessaria per essere votati senza corruzione, senza clientelismi, senza intrecci mafiosi, senza affarismi.

Questo percorso virtuoso è determinato dai meccanismi istituzionali? No. L’unico condizionamento serio è dato dalla legge elettorale vigente che è incostituzionale e favorisce i vertici dei partiti e movimenti che possono scegliere chi far eleggere. Questa è la vera e unica urgenza che qualunque maggioranza dovrebbe fronteggiare. Ma numero dei parlamentari, funzioni e poteri del Capo dello Stato, bicameralismo perfetto o no possono incidere in minima parte sulla qualità degli eletti e delle formazioni politiche e sulle scelte che vengono tradotte in leggi e nella quotidianità dell’amministrazione pubblica.

coazione a ripetereInvece ecco che la mozione citata punta a riforme costituzionali di ampio respiro. Poiché la prima Commissione Bicamerale che fu incaricata di promuovere un vasto disegno di riforme costituzionali fu la Commissione Bozzi che risale agli anni 1983-85; poiché ad essa seguì la Commissione De Mita-Iotti negli anni 1993-94; poiché arrivò anche la Bicamerale D’Alema nel 1997; poiché da allora si susseguirono cambiamenti della Costituzione che l’hanno solo peggiorata (processo, autonomie regionali) oggi è lecito arrabbiarsi  se si parla ancora di “disegno coerente di riforma della Costituzione”. Va bene che in politica succede spesso di produrre fumo per confondere le idee ai cittadini, ma adesso abbiamo tutte la ragioni per dire che siamo stufi di essere presi in giro.

Dal 1983 sono passati trent’anni. Se i politici avessero avuto realmente intenzione di cambiare qualcosa lo avrebbero già fatto; se non l’hanno fatto e hanno usato le riforme istituzionali come un puro pretesto per praticare una politica compromissoria di bassa lega allora è giusto chiedere che la smettano con questa commedia.

arrabbiatiVuol dire che non c’è bisogno di nessun cambiamento? No, vuol dire che ci sono altre priorità e che non è credibile che un governo precario nato per fronteggiare l’emergenza e composto di forze politiche alternative si metta al centro di un ridisegno, addirittura, della forma di Stato e di governo. Se il governo fosse veramente preoccupato della salute dell’Italia si atterrebbe a un programma minimo centrato sulle questioni economiche, sociali e finanziarie e sui rapporti con l’Europa, farebbe approvare una legge elettorale nuova semplice semplice ripristinando quella precedente al colpo di mano berlusconiano del Porcellum e rinvierebbe ad un successivo Parlamento tutto il resto.

Non si comprende anche l’insistenza del Presidente Napolitano sulle riforme costituzionali. Dovrebbe essere il primo a rendersi conto che un Parlamento che non è stato in grado di eleggere il Presidente della Repubblica è un Parlamento che deve essere rieletto appena possibile. Altro che riforme costituzionali! Perché insiste in una sua visione “ideale” nella quale sembra che ci sia una classe politica di brave persone che fa capo a partiti che riscuotono la fiducia dei cittadini, basata sulla condivisione di valori democratici e desiderosa di fare soltanto il bene dell’Italia? Questa classe politica non c’è, è un travisamento della realtà e non possiamo mettere la Costituzione nelle mani di chi ha dimostrato ampiamente la sua inaffidabilità e la sua confusione.

No non è questo il momento di una riscrittura della Costituzione e chi insiste o è in malafede o è un ingenuo sognatore.

Claudio Lombardi

1 commento
  1. Doparie Dopoleprimarie dice:

    Caro Claudio, tutto condivisibile, tranne il fatto che i problemi non si risolvono affatto reintroducento le preferenze. E’ forse auspicabile, ma non intacca affatto il vero “cancro” della democrazia italiana: i partiti politici. Quindi non è affatto, secondo gli studi delle doparie: “la vera e unica urgenza che qualunque maggioranza dovrebbe fronteggiare”.

    Tu stesso, d’altronde, scrivi: “Di cosa ha bisogno l’Italia? di rappresentanze parlamentari credibili, stimate ed efficienti. Come si selezionano? Scegliendo fra candidature che fanno capo a progetti politici e a programmi chiari, coerenti e affidabili. Come si formano queste candidature? In nuclei associativi (partiti, movimenti o come vogliono chiamarsi) che fanno politica e che ricevono dai cittadini la fiducia necessaria per essere votati senza corruzione, senza clientelismi, senza intrecci mafiosi, senza affarismi.”

    E questo che tu proponi, si può realizzare solo in partiti in cui i cittadini contano davvero; non solo nella scelta delle persone (vedi, incapacità dello strumento primarie di evitare il baratro sempre più profondo tra eletti e rappresentanti), ma nella scelta delle posizioni sulle questioni.

    Ma sono sicuro che anche tu la pensi un po’ così…

    Ciao e tanti complimenti per il sito

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