Apple: l’evasione dei pesci grossi

il-blog-di-claudio-lombardiEt voilà la magia è fatta: si vende in Italia (o in qualunque altro paese), ma per conto di una società estera che qui è rappresentata solo da consulenti, così i soldi vengono formalmente incassati dalla società estera. Guarda caso la società estera ha sede in stati compiacenti che si prestano all’imbroglio perché offrono condizioni fiscali molto convenienti. E si capisce: loro devono solo ospitare la sede fiscale di società che lavorano in tanti altri paesi e dai consumatori di quei paesi prendono i soldi.
Da noi è partita un’indagine dell’Agenzia delle Entrate sulla mitica Apple che, con stile da gioco delle tre carte, fa risultare incassi minimi in Italia con una società di facciata che si presenta come semplice consulente della irlandese Apple sales International. Ovviamente anche i bimbi capiscono che si tratta di un raggiro del fisco italiano perché i consumatori che acquistano prodotti Apple hanno rapporti con la società che opera in Italia e non con quella che ha sede in Irlanda.
Quanto viene sottratto al fisco italiano? La contestazione dell’Agenzia delle Entrate è per un’ evasione fiscale di 880 milioni di euro dal 2008 al 2013. Sì, 880 milioni. E si tratta della sola Apple. Se pensiamo a quanti fanno questo doppio gioco si arriva a cifre miliardarie.
Ecco un caso in cui il governo italiano ci deve andare giù duro sia con la Apple che con l’Irlanda e con l’Europa. La libertà dei commerci non può essere libertà di evasione con la complicità di governi europei. Se si comincia a fare la voce grossa con i pesci grossi poi è più facile farla anche con i pesci piccoli ossia con l’evasione di massa. Il contrario non funziona

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