Appunti di un viaggio a Londra

Da Roma a Londra ci sono due ore e mezza di aereo, ma la distanza misurata sulla qualità del modello di vita e del sistema urbano è di molto superiore. Basta una settimana di soggiorno per ricevere stimoli e suscitare riflessioni ad ampio spettro. Immersi in un contesto diverso da quello di provenienza tutto ciò che da noi appare inaffidabile e incerto si trasforma in un solido punto di riferimento per vivere nella città. Le impressioni di un viaggiatore sono naturalmente legate ad un’esperienza parziale, ma piena di senso a volerla cogliere in tutte le sue sfumature.

D’altra parte sono così tanti gli italiani che hanno deciso di trasferirsi a Londra che più di un punto interrogativo è necessario porlo. Cosa colpisce un viaggiatore? L’impatto è sempre una triade: trasporti, pulizia, accoglienza intesa come interazione con le persone del luogo. Ebbene 8,3 milioni di abitanti (oltre 12 nell’area metropolitana) sono una prova difficile da sostenere per qualunque organizzazione pubblica. Londra sembra superarla senza difficoltà. L’efficienza della rete di trasporti pubblici è quasi leggendaria. Dall’estensione della metropolitana (una vera città sotterranea), al numero di convogli, alla quantità di bus che circolano in superficie, alla puntualità fino allo stato di carrozze e sedili tutto indica un sistema che funziona e che si basa necessariamente sulla collaborazione degli utenti. Se così non fosse le stazioni e i mezzi non sarebbero puliti come sono e i sedili, incredibilmente rivestiti di tessuto imbottito, sarebbero distrutti. Invece nessun segno di vandalismo e di deterioramento.

Trasporti pubblici significa attuazione del diritto alla mobilità, contributo a rendere la città accessibile a tutti, a diminuire il traffico privato, l’inquinamento e lo spreco di energie e denaro per spostarsi in città che noi italiani conosciamo bene. In definitiva un sistema di mobilità efficiente contribuisce anche a smorzare gli effetti delle disuguaglianze.

Identica osservazione la si può fare per la pulizia dei luoghi pubblici e per la cura del verde. Niente cumuli di rifiuti, niente sporcizia. Le strade e i marciapiedi sono in condizioni ottimali, non si rischia di finire in una buca sull’asfalto né di inciampare camminando. Sembra poco, ma basti pensare al drastico aumento dei morti e dei feriti a Roma per incidenti dovuti alle buche per capire che non è così.

I parchi e i giardini pubblici sono numerosi e tutti curati come raramente viene fatto in Italia. Bello da vedersi, ma soprattutto, una grande lezione di civiltà perché quei luoghi sono vissuti intensamente dai londinesi e dai turisti. Quando centinaia di bambini sguazzano nell’acqua di vasche alte pochi centimetri nei parchi e anche in un museo (Victoria and Albert museum) è lo spazio pubblico che ne esce vincente. E i musei ne fanno parte. L’ingresso è gratuito, sono curatissimi, sorvegliati, organizzati in modo esemplare, ricchi di opere e di installazioni.

Stiamo descrivendo un luogo paradisiaco? No, semplicemente una città nella quale si ha rispetto e cura di tutto ciò che è pubblico.

Si comincia dunque ad intuire perché tanti giovani italiani abbiano deciso di trasferirsi qui. La qualità della vita è importante e la cura dello spazio e dei servizi pubblici è fondamentale. Il quadro però non sarebbe completo senza il lavoro. Parlando con alcuni di loro i giudizi convergono. Trovare lavoro e cambiarlo è facile, veder riconosciuti i propri meriti è normale e senza dover esibire raccomandazioni, appoggi, parentele. In quel contesto è facile pensare che non ci sia alcuna aspirazione a mantenere il posto a vita, ma, al contrario, a migliorarlo.

Nessuna pecca dunque nel sistema inglese? Ce ne sono sicuramente tante, ma quei punti fermi rimangono e non sono poca cosa perché rappresentano la base sulla quale si può contare per gestire la propria vita.

In conclusione quale sarà mai il segreto di Londra? Dovrebbe essere piuttosto semplice rispondere: classe dirigente e cultura civile. La prima non significa solo un vertice ristretto, ma una diffusa cultura di responsabilità e impegno in chiunque abbia ruoli direttivi. Responsabilità che è un valore interiorizzato anche da tutti quelli che svolgono un qualsiasi lavoro. La seconda si basa sul riconoscimento delle regole e dell’autorità che le definisce e sulla consapevolezza di appartenere ad una comunità. È una cultura che si percepisce e che porta lo stesso viaggiatore a riconoscersi in essa.

Tutto ciò si può riassumere in una parola: libertà. Perché le persone sono più libere se lo spazio pubblico è efficiente e curato e se possono farsi avanti con i loro meriti.

Purtroppo sono proprio questi elementi di contesto che rendono così lontane Roma e Londra. Molto più lontane dei 2 mila km che le dividono

Claudio Lombardi

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