Combattere il berlusconismo per cambiare l’Italia (di Claudio Lombardi)

La pubblicazione della sentenza con la quale Berlusconi è stato condannato per frode fiscale costituisce una pietra miliare nella pur lunga storia dei processi a suo carico. Quella che è stata scoperta e spiegata nei suoi meccanismi è la cassaforte (o una delle casseforti) dell’impero Mediaset, quella dalla quale sono arrivati i soldi per i finanziamenti illeciti ai partiti e per la corruzione di giudici, ufficiali della Guardia di Finanza e testimoni.mediaset

Il sistema che ha messo in piedi Berlusconi appare sempre più come una triade di soldi, potere politico e comunicazione. Ognuna delle tre parti sostiene l’altra, ma la base comune è l’illegalità e l’asservimento delle istituzioni a questo disegno. Ormai tutti hanno capito che il mito della rivoluzione liberale con cui fu lanciata Forza Italia nel 1993 era un mero messaggio pubblicitario che servì ad attrarre e mobilitare energie giovani e tutta quella enorme massa di scontenti che emergeva dalla vicenda di Tangentopoli. La “genialità” di Berlusconi, di Dell’Utri e degli altri fu di cavalcare l’onda della protesta per apparire come un’alternativa alla degenerazione dei partiti e di farlo proponendo agli italiani il miraggio di un successo individuale libero da vincoli e da regole.

L’esperienza di 19 anni mostra che non solo nessuna promessa è stata mantenuta, ma che il sistema è servito a formare una classe dirigente ancora più ladrona di quella che ha portato a Tangentopoli. Abbandonate le ideologie e le discipline di partito lo scopo di conquistare e di usare il potere per interessi personali si è potuto dispiegare senza remore e senza ostacoli. Tante carriere sono nate così e questa è stata la selezione che ha promosso in posizione privilegiata quelle centinaia di migliaia di persone che le varie inchieste sui costi della politica hanno individuato come la base sociale della “casta”. Milioni di italiani, però, hanno preso esempio e si sono adeguati al nuovo clientelismo basato sulla fedeltà personale e alla cultura dei condoni che ha sistematicamente premiato l’evasione fiscale e l’abusivismo.illegalità taciuta

Tutto ciò ha provocato un decadimento e un impoverimento dell’Italia di cui adesso paghiamo le conseguenze. Risorse immense sono state dilapidate per alimentare il sistema del berlusconismo fondato sulla corruzione come principio guida e sul disinteresse per gli interessi generali. Anche gli altri partiti si sono adeguati e hanno imparato a gestire la loro nicchia di privilegi condividendo la comune appartenenza al mondo della politica che ha distribuito benefici utilizzando beni e soldi pubblici.

Capire cosa è stato il berlusconismo significa capire perché il popolo italiano ha deciso di sostenere un progetto così evidentemente dannoso per la società, per l’economia e per le istituzioni. Mettendo insieme i vari reati di cui è stato accusato Berlusconi e leggendo le motivazioni dell’ultima condanna emerge chiaramente il profilo di un suo disegno criminale fondato sull’uso del potere politico e mediatico e sulla sistematica spoliazione dello Stato per aumentare la sua ricchezza. In questo Berlusconi non ha inventato nulla, ma ha soltanto saputo sfruttare a dismisura le arretratezze del Paese, una cultura civile frammentata e ostile ai poteri pubblici e agli interessi generali, la mancanza di classi dirigenti unite da un forte senso di identità nazionale.

Oggi la sconfitta e il superamento del berlusconismo sono le condizioni indispensabili per risanare l’Italia. Berlusconi e il suo partito (almeno fino a che è il semplice strumento del suo disegno criminoso) non sono interlocutori di nessun disegno di governo per chiunque creda nei valori civili e democratici. Il problema non è sancire l’ineleggibilità di Berlusconi, ma condurre una lotta contro il sistema che ha messo in piedi, contro la cultura che ha formato e per la sua esclusione dalla vita pubblica. Ci penseranno poi i giudici a fargli scontare le condanne per i reati di cui è accusato.opposizione unita

Per questo pesa moltissimo l’assenza di uno schieramento di opposizione unito intorno ad un progetto. La crisi del Pd, a tutti gli effetti un partito ancora in formazione e l’immaturità del Movimento 5 stelle nonché la mancanza di una sinistra riformista forte e con le idee chiare sono l’ostacolo più grande e più difficile da superare.

Il governo Letta potrebbe fare moltissimo se fossimo un paese normale. Così non è e bisogna lavorare sul serio ad un’alternativa.

Claudio Lombardi

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