Cosa c’è dentro la riforma costituzionale

Sembra che sulla riforma della Costituzione si stia ad un passaggio cruciale. I toni sono veementi, anzi, un po’ esagitati. Con un po’ di cinismo si potrebbe dire che succede sempre così quando si passa dal dire al fare. Decenni di discussioni, studi e ricerche, documenti, libri, gruppi di saggi, convegni, tentativi di leggi, leggi approvate e poi rigettate dagli elettori hanno determinato la consolidata convinzione che toccare la materia costituzionale sia impossibile. D’altra parte siamo un paese nel quale qualunque innovazione se la deve vedere con una innata tendenza alla conservazione.

allarme democraziaComunque, conviene mettere da parte i lamenti più o meno elevati di chi lancia l’allarme per la democrazia per il semplice motivo che all’ombra del vecchio assetto dei poteri costituzionali nella nostra Repubblica è successo di tutto (mafie, corruzione, partitocrazia, stragismo ecc ecc) a dimostrazione che non è l’ingegneria istituzionale che fa un popolo e uno stato uniti da una cultura civile e nazionale.

In realtà il progetto all’esame del Parlamento è complesso e bisognerebbe superare le polemiche quotidiane per guardare ai suoi contenuti.

Fine del bicameralismo e funzione legislativa

Senato riformaIl Senato delle Autonomie rappresenterà le istituzioni territoriali e concorrerà a svolgere funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica, e tra questi ultimi e l’Unione Europea. La funzione legislativa non sarà più esercitata collettivamente dalle due Camere, ma sarà attribuita alla sola Camera dei deputati, salvo alcune materie (leggi di modifica costituzionale, tutela delle minoranza linguistiche, referendum popolari) su cui dovrà intervenire anche il Senato. Solo la Camera sarà chiamata a votare la fiducia all’esecutivo. Sulla legge di bilancio, la Camera potrà avere l’ultima parola decidendo, a maggioranza semplice, di non accettare i rilievi del Senato. In ogni caso la Camera dei deputati dovrà trasmettere ogni testo approvato al Senato il quale avrà la facoltà di riesaminarlo e di approvare delle proposte di modifica sulle quali l’ultima parola spetterà comunque alla Camera (con voto a maggioranza assoluta se le leggi toccano materie come Regioni ed Enti locali). La riforma inoltre introduce l’iter veloce per le leggi del governo (pronuncia in via definitiva entro 60 giorni, ma non per le leggi bicamerali, le leggi elettorali, la ratifica dei trattati internazionali, le leggi che richiedono maggioranze qualificate) e stabilisce infine che i decreti legge possano trattare solo norme omogenee, ponendo fine ai decreti omnibus.

Composizione del Senato

Coerentemente con la nuova funzione del Senato i senatori non saranno più eletti direttamente dai cittadini. Il numero dei componenti sarà limitato a 100, 95 dei quali eletti dai consigli regionali ( 74 tra i consiglieri regionali e 21 tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori). 5 nominati dal Presidente della Repubblica che non saranno più in carica a vita, ma solo per 7 anni.

Elezione del Presidente della Repubblica

Presidente della Repubblica elezioneIl capo dello Stato sarà eletto, come ora, in seduta comune da deputati e senatori. Ma per evitare che la Camera, che resta di 630 membri, monopolizzi la scelta, sono stati aumentati i quorum. Mentre oggi è prevista la maggioranza assoluta dei componenti dalla quarta votazione, la riforma prevede i 2/3 dei componenti nei primi tre scrutini, poi i 3/5 e, infine, dal settimo scrutinio la maggioranza dei tre quinti dei votanti.

Cambia anche la modalità di elezione dei cinque giudici costituzionali di nomina parlamentare: non sarà più il Parlamento in seduta comune ad eleggerli ma ora tre saranno eletti dalla Camera dei deputati e due dal Senato.

Abolizione province; soppressione CNEL; competenze Stato e regioni

Soppresso il CNEL della cui inutilità si discute, peraltro, da molti anni. Cancellate le province e la legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Vengono attribuite più competenze allo Stato centrale permettendo anche il commissariamento di Regioni ed enti locali in caso di grave dissesto finanziario. Lo Stato, inoltre, potrà esercitare una “clausola di supremazia” verso le Regioni a tutela dell’unità della Repubblica e dell’interesse nazionale. Novità anche per il federalismo fiscale con la previsione di una legge che introduca i costi standard.

Referendum

elezioni referendumRestano le 500mila firme necessarie per chiedere un referendum abrogativo e resta il quorum del 50% più uno degli elettori per la validità della consultazione. Se però si arriva a 800mila firme il quorum si abbassa e basta che vada a votare la metà più uno dei votanti delle ultime elezioni politiche. Sono introdotti i referendum propositivi e d’indirizzo. Per presentare una legge di iniziativa popolare bisognerà raccogliere 150mila firme e non più 50mila come adesso.

Legge elettorale

Si introduce in Costituzione il giudizio preventivo della Corte costituzionale sulle leggi elettorali con pronuncia in tempi molto rapidi.

Stato di guerra

Per deliberare lo stato di guerra non sarà più sufficiente la maggioranza semplice della sola Camera dei deputati ma servirà la maggioranza assoluta dei componenti.

Indennità per i senatori e per i consiglieri regionali

Niente indennità parlamentare per i senatori e tetto agli stipendi di Presidente e consiglieri regionali, che non può essere superiore a quello dei sindaci dei capoluoghi di Regione.

Si può essere favorevoli o contrari o indifferenti, si può tentare di migliorare, ma certo non c’è traccia di attentato alla democrazia.

Claudio Lombardi

1 commento
  1. Pietro dice:

    Sono convinto che la riforma dovrebbe portare, invece, parecchi benefici. Però non mi piacciono i nominati a causa delle varie delle manovre, litigate e furbate che provocherebbe la loro scelta. Potrebbero essere votati dai sindaci e dai consiglieri regionali della Regione di riferimento.
    I sette anni dei senatori nominati dal Presidente della Repubblica, è una consuetudine obsoleta ed equivale alla nomina a vita-. Di solito sono tutti over 80, tutte persone benestanti che non hanno bisogno di ulteriori guadagni, ma di godersi la vita senza continuare a giacere sulle pubbliche poltrone. Chi ha reso servigi concretamente meritori alla nazione e si trovasse in difficoltà , dovrebbe essere soccorso con un vitalizio,

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