Cronache di un paese alla deriva (di Claudio Lombardi)

buropoliticaOgni giorno ci riserva una sorpresa. Il menu è vasto: si va dalla legge elettorale dichiarata incostituzionale all’annullamento delle elezioni in Piemonte passando per i noti casi Cancellieri-Ligresti, Alfano-Shalabayeva e, da ultimo, quello dei loschi affari che ruotano intorno al ministro De Girolamo. Come ciliegina sulla torta abbiamo i casi ATAC con le truffe su biglietti e fatture false fatte apposta per rubare soldi all’azienda, la “scoperta” del sistema dei rifiuti nel Lazio con l’arresto (per associazione a delinquere) di una vera e propria banda con a capo Manlio Cerroni padrone della discarica di Malagrotta e la conferma che il terremoto de L’Aquila è stato un affare per tanti delinquenti e farabutti dentro e fuori della politica. Incidenti o patologia? Se pensiamo all’ultimo ventennio – da Tangentopoli in poi – sembra proprio che sia patologia. Che, ormai, non si sa nemmeno più come commentare.

Italia bilicoTutto si tiene e non bisogna dimenticare il contesto. L’Italia è in crisi non per cause esterne (che pure esistono), ma perché il sistema di governo della società non è fondato sui valori dell’onestà, della lealtà e sull’interesse della collettività, ma sulla prevalenza dell’individualismo menefreghista. Non si tratta solo di politici: nel “sistema” c’è posto per tutti e questo è il problema. Tutto si tiene: il politico corrotto e ladro, l’imprenditore incapace che corrompe e ruba, il lavoratore che se ne frega del suo dovere perché è protetto da un “padrino” o da una corporazione; il burocrate ottuso e colluso. È un orientamento che è penetrato dappertutto condizionando i comportamenti e le scelte di milioni di persone e quelle di grandi organizzazioni sociali come i partiti e i sindacati. Non che tutti ne siano coinvolti nella stessa misura: gli onesti sono sempre esistiti, ma non sono riusciti a creare una cultura e un sistema alternativo di governo della società.

corruzione in manetteUna menzione speciale va a chi ha incarnato i poteri pubblici, istituzionali o amministrativi perché ha dato l’esempio, perché ha indirizzato i comportamenti e le decisioni, perché ha avuto gli strumenti e le risorse per agire. Poteva scoprire e denunciare i reati ancor prima che si manifestassero come tali; poteva prevenire, ma se lo ha fatto, lo ha fatto sempre in ritardo e in misura minima. È stata sempre la magistratura ad affrontare i problemi e ad agire contro le patologie e le deviazioni del sistema. E già questo basterebbe a condannare generazioni di politici e di uomini delle istituzioni per manifesta incapacità (nella migliore delle ipotesi).

spreco risorse ItaliaIl danno fatto all’Italia è enorme perché migliaia di decisioni sono state assunte in base alle convenienze di gruppo o personali; risorse immense sono state dilapidate senza produrre risultati per compensare clientele di tutti i tipi; le leggi sono state piegate ad esigenze personali o sono state scritte nel più assoluto disinteresse per le conseguenze sui cittadini. Basti pensare agli aiuti alle imprese, ai fondi destinati al Mezzogiorno, a quelli per le emergenze rifiuti. Pensiamo ai fondi europei sprecati senza ritegno, alle normative fiscali o alle riforme pasticciate.

Su tutto giganteggia la responsabilità dell’alleanza tra burocrazia e politicala buropolitica – che ha guidato il Paese per decenni approfittando degli aspetti peggiori della cultura civile degli italiani (la destra e il berlusconismo) o adagiandosi a coltivare il proprio spazio prendendosi una fetta della torta senza reagire (opposizioni di centro sinistra).

Il disastro dell’Italia di oggi è dovuto a loro. Che se ne assumano la responsabilità e si facciano da parte.

Claudio Lombardi

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