Il bilancio del Lazio e il potere dei politici

La Regione Lazio ha approvato il bilancio per il 2014 stabilendo l’aumento dell’addizionale regionale Irpef dall’attuale 1,73% al 2,33% per i redditi 2014, e al 3,33% nel 2015. In pratica tra un anno e un giorno l’addizionale raddoppia.

Scrive in un dossier reso noto da Repubblica l’ex sub commissario alla sanità, Giorgi, “le gestioni commissariali della sanità del Lazio, da Marrazzo, a Zingaretti passando per Renata Polverini, soggiogate dalle clientele e dagli interessi delle corporazioni, non sono riuscite a tutelare l’interesse generale”. La conseguenza? Costi “pagati dai contribuenti con l’Irpef e l’Irap regionali ai livelli massimi”. E ancora “il risparmio possibile se non ci fossero corruzione e inefficienza? Un miliardo di euro l’anno”. La causa? “lo strapotere delle logiche politico-clientelari su quelle tecniche”. “I sistemi informativi e di controllo sono poco affidabili e sconosciuti i recuperi conseguenti ai controlli”. Nulla di cui stupirsi se i direttori di ospedali e Asl sono “autoreferenziali, non rispondono al sub commissario, ma al politici che li hanno nominati”.

Un’analisi così dura fa riflettere e mette in secondo piano le pur importanti novità del nuovo bilancio. Fa riflettere anche volendo ammettere la perfetta buona fede dei politici e il loro sforzo di cambiare davvero. Fa riflettere perchè sembra che si muovano in un mondo fatto di tanti poteri tutti capaci di usare risorse e apparati pubblici e sul quale il loro potere di politici non è in grado di incidere realmente. Poi, certo, cambiamenti nel bilancio ci sono, un taglio alle spese della politica c’è e altro ancora. Ma il grosso del potere di spesa in che mani sta?

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