La babele del dibattito e i tempi lunghi delle politiche

il-blog-di-claudio-lombardi-154x160Saltando da un talk show all’altro, scorrendo le prime pagine dei giornali si ha l’impressione di una babele di opinioni in continuo battibecco tra loro. Prendiamo il Def (che traccia la rotta e non si traduce in una legge essendoci per questo la legge di stabilità che seguirà tra qualche mese). Piovono critiche sempre più esasperate. Non bisogna sforare il deficit, però ci vogliono più risorse per ridurre le tasse, finanziare gli investimenti, gli enti locali e le regioni, la spesa sanitaria e quella sociale. Bisogna eliminare gli sprechi, ma senza licenziare nessuno; razionalizzare la spesa, ma senza tagliare prestazioni né chiedere contributi integrativi (ticket); risparmiare, ma senza spendere meno.

Tutto si gioca sui risultati che possiamo registrare nell’immediato, da un mese all’altro; già tre mesi sembrano troppi. La verifica è sempre da subito. Per esempio l’occupazione è una priorità assoluta e vogliamo sapere con precisione quanti occupati in più ci sono a gennaio rispetto a novembre e se, per caso, non ci sono o sono pochi predisporci a cambiare immediatamente le politiche. Come se le politiche potessero cambiare qualcosa nei tempi sempre più eccitati del dibattito politico e dei media.

In questi mondi siamo diventati iperreattivi. Ogni piccolo mutamento, ogni segnale richiede immediate reazioni. Non abbiamo tempo per pensare, non possiamo sperimentare, riflettere, verificare. Subito si chiede una legge e, se non funziona, dopo sei mesi se ne chiede un’altra in un’orgia di norme che si accavallano l’una sull’altra.

I tempi lunghi della concentrazione, della riflessione, della elaborazione, dell’attuazione, della sperimentazione non sono ammessi. Ogni rallentamento nasconde sempre colpe vergognose; manca la pazienza e l’attenzione nel mondo sovraeccitato delle apparenze. I tempi lunghi delle politiche non sono ammessi, ma sono necessari.

Intanto, al riparo dalla babele delle chiacchiere e dei battibecchi, ci sono poteri reali che operano discretamente, ma alacremente e scrivono leggi, regolamenti, circolari, decreti misurando attentamente le parole, prevedendo possibili attuazioni o non attuazioni; poteri che impartiscono disposizioni, firmano incarichi, gestiscono spese e vasti apparati amministrativi. Loro sì che sanno usare i tempi lunghi

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