Legge elettorale: la grande truffa dei soliti noti (di Claudio Lombardi)

Un tagliente articolo di Roberto D’Alimonte sul Sole 24ore del 15 novembre descrive, come meglio non si potrebbe, la sceneggiata della legge elettorale. Ripercorriamone le parti principali.

“Sulla riforma elettorale si sta consumando un altro colpo di mano da parte della maggioranza di centrodestra. Il primo è stato quello del 2005 quando Berlusconi, Casini, Fini e Bossi hanno approvato una riforma elettorale usando la maggioranza che avevano in Parlamento per impedire alla sinistra di vincere. Adesso lo schema si ripete. La legge approvata nel 2005 non va più bene alla destra perché oggi farebbe vincere il Pd. E allora, come se fosse una cosa normale, si cambiano di nuovo le regole a pochi mesi dal voto.”

D’Alimonte non nega che ci voglia una modifica dell’attuale legge elettorale, ma precisa che farlo adesso sarebbe una farsa e io aggiungo una truffa. Quella nuova proposta sempre dagli stessi imbroglioni prevede una soglia per il premio di maggioranza del 42,5% . Perché proprio quella cifra? Ma perché i sondaggi dicono che oggi nessuna coalizione potrebbe raggiungerla. E così si tornerebbe automaticamente al proporzionale con tutti i poteri di ricatto per partiti e gruppi di potere che potrebbero vendere a caro prezzo i loro voti. Nulla di nuovo sotto il sole. Il centro destra è abituato a vendere e a comprare a suon di soldi e di favori qualunque cosa e ne abbiamo avuto molteplici esempi nella vita politica e in quella privata a cominciare dal loro capo Silvio Berlusconi. Privi di principi che non siano la pura e semplice conquista del potere e i soldi ora abbracciano l’esatto contrario di quello che sostennero 7 anni fa.

Continua D’Alimonte: “E così una questione delicata come una riforma elettorale che dovrebbe favorire la governabilità del paese in un momento così difficile è stata trasformata in una trattativa che assomiglia a un mercato in cui l’esito finale dipende esclusivamente dalla forza contrattuale dei contendenti.” “In questa trattativa però il Pdl ha il coltello dalla parte del manico. E qui sta un altro paradosso dell’attuale situazione. Mentre il partito di Berlusconi si è indebolito nel paese, in Parlamento il suo gruppo parlamentare vota compatto come una falange macedone. Per questo il Cavaliere può imporre la riforma elettorale che gli fa più comodo in questo momento.”

Dice D’Alimonte che oggi lo possono fare anche perché manca la pressione di un referendum come ci fu nel 1993 (prima riforma) e manca la spinta dell’opinione pubblica che non si appassiona alla riforma elettorale.

Il rischio è che, mentre sale la protesta contro la corruzione dei vecchi partiti e contro lo strapotere che hanno esercitato senza ritegno e mentre la maggioranza berlusconiana è ancora intatta dentro al Parlamento, si prepari una truffa contro gli italiani con una legge proporzionale che serve solo a quelli della vecchia maggioranza per conservare ancora un potere di ricatto. Tutto ciò per l’Italia avrebbe conseguenze drammatiche. Anche perché è prevedibile che molti dei vecchi politici si camufferanno dietro finte liste civiche in modo da dirottare a loro favore almeno un po’ della protesta che dilaga fra gli italiani. Il risultato sarebbe un Parlamento pieno di gruppi e gruppetti in competizione per avere una fetta di potere e tutti pronti a vendere a caro prezzo i loro voti, probabilmente indispensabili per comporre una maggioranza di governo.

A questo punto resta una sola possibilità che adombra anche D’Alimonte nel suo articolo: andare a votare con la legge attuale e con il solenne impegno dei probabili vincitori – il centro sinistra – ad approvare all’inizio della legislatura una nuova legge elettorale uninominale a doppio turno l’unica che concilia rappresentanza e governabilità. Andare a votare al più presto non c’è più tempo da perdere con un Parlamento che non rappresenta più gli italiani.

Claudio Lombardi

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