Migranti: il coraggio della verità

Per dire la verità sui migranti che arrivano via mare bisogna avere coraggio. Innanzitutto i numeri: 3,6 miliardi spesi nel 2016, 4,3 previsti nel 2017. E poi 170.000 persone arrivate nel 2014, 153.000 nel 2015, 181.000 nel 2016 e circa 37.000 sbarcate finora nel 2017. Su queste due serie di dati bisogna fermare l’attenzione.

immigrati 6In questi dati è descritta la situazione che lega le mani all’Italia e la condanna a subire le conseguenze di tutta la migrazione che passa dal Mediterraneo verso l’Europa. La “legge del mare” impone di salvare i naufraghi e portarli nel porto sicuro più vicino. Guarda caso i porti siciliani (che non sono i più vicini) sono quelli nei quali vengono trasporati tutti i migranti. D’altra parte gli accordi di Dublino stabiliscono che il paese di approdo è quello che deve farsene carico. Così l’Italia rimane incastrata da regole pensate per casi eccezionali e sporadici di naufragio o per migrazioni di entità molto più limitata di quelle attuali.

Di fatto oggi i numeri dei migranti li decidono i trafficanti e l’Italia accoglie tutti quelli che vengono sbarcati nei nostri porti. Viviamo così in un’emergenza continua imposta dalle decisioni che vengono prese dalle bande libiche. In questa situazione organizzare un’accoglienza che punti all’integrazione diventa molto difficile se non impossibile.

Certo, si possono anche distribuire i migranti in ciascuno degli ottomila comuni italiani, ma il problema non cambia e c’è da dubitare che molti siano arrivati fin qui per ripopolare borghi sperduti sugli Appennini. Una vera integrazione richiede tempi lunghi e numeri limitati.

accoglienza migrantiL’Italia paga la propria debolezza che si è tradotta nell’incapacità di far mettere all’ordine del giorno dell’Europa l’emergenza migranti come un problema di tutti. Noi oggi paghiamo una quota per gli accordi con la Turchia, ma gli arrivi dal Mediterraneo restano sempre a nostro carico. La strategia giusta era quella del Migration compact presentato dal governo Renzi all’Europa. Ma può funzionare nel lungo periodo (già, ma che fine ha fatto?). A breve occorrono altre risposte: cambiare gli accordi di Dublino per distribuire i migranti che arrivano via mare in tutta l’Europa; frenare le partenze dalla Libia; selezionare i richiedenti asilo e aiutare gli altri a trovare in Africa una diversa destinazione.

La novità di queste settimane è aver appreso che la maggior parte dei salvataggi si fanno davanti alle coste libiche. I notiziari ci raccontavano di salvataggi nel canale di Sicilia e noi immaginavamo le imbarcazioni che affondano avvicinandosi alle nostre coste. Invece la polemica sulle ONG ha messo in luce una situazione nuova che finora era rimasta in ombra. È evidente che, gommone migrantiormai, vengono messe in mare imbarcazioni adatte a galleggiare per poche ore confidando nell’intervento immediato delle navi di soccorso. In alcuni casi, si è visto in vari filmati delle stesse ONG, i gommoni vengono addirittura scortati dai trafficanti per essere riportati al punto di partenza e riutilizzati. Come è ovvio le ONG nulla possono fare contro gli scafisti. Le dichiarazioni del procuratore Zuccaro e, prima ancora, la denuncia del direttore di Frontex hanno ipotizzato una collusione tra scafisti e alcune ONG. Ma su questo le polemiche senza indagini e prove non hanno senso.

Questi sono i punti di partenza, ma a questi non può seguire la fatalistica accettazione di tutto ciò che accade. Predicare l’accoglienza totale senza limiti è comprensibile come slancio umanitario o religioso, ma impraticabile. Eppure è ciò che sta avvenendo di fatto senza che sia stato deciso nè dal governo nè dal Parlamento.

migranti in attesaChe gli arrivi dei migranti siano diventati un fattore di instabilità nel nostro Paese è abbastanza evidente. Inutile opporre che di fronte a 60 milioni di abitanti 150-200mila persone in più l’anno non sono un problema perché queste persone devono essere assistite cioè mantenute perché non hanno nulla e nulla hanno da fare qui da noi se non cercare l’occasione di guadagnare ciò che serve per una vita migliore. E come funziona questa ricerca? Per alcuni che riescono a trovare lavori regolari ce ne sono tanti altri che si prestano ad ogni genere di sfruttamento e alla delinquenza di piccolo cabotaggio.

immigrati sfruttatiCome è noto la grande maggioranza non ha diritto allo status di profugo, ma tutti gli annunci che minacciano il rimpatrio per chi non ha diritto di restare sono ipocrite bugie per non dire la verità e cioè che tutti resteranno qui. Molti un lavoro lo trovano, ma a quali condizioni? La presenza degli immigrati è stata una manna per i datori di lavoro italiani (e stranieri) perché sono disposti ad accettare retribuzioni molto più basse di quelle normali e senza nessuna tutela. È un fenomeno talmente diffuso che è ridicolo quando i politici assicurano che nessuno toglierà il lavoro agli italiani. Di fatto si è creato un mercato dei lavori disagiati e svantaggiati, malpagati e rischiosi che gli italiani rifiutano, ma che gli immigrati accettano.

Bisogna avere il coraggio di dire le verità che tutti possono constatare nella loro vita quotidiana. La situazione attuale nella quale ai problemi concreti si risponde con esortazioni morali produce solo intolleranza. Certo, chi vive ai piani alti della società può anche non accorgersene e cullarsi nei propri principi ideali, ma chi vive più in basso il problema lo vede e lo vive

Claudio Lombardi

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