Migranti: l’Italia si è fregata da sola

Migranti. Più si va avanti e più i nodi vengono al pettine. Ovviamente nessuno può fermare le migrazioni, ma i tempi e i modi vanno governati e devono tenere conto delle società verso le quali si muovono i migranti che non possono essere solo destinatarie passive di qualcosa sul quale nessuno può intervenire. Di questo si tratta e non di una disputa di principio sul diritto degli esseri umani a spostarsi sul pianeta che, come tale, non esiste. A meno che non si riconosca un’autorità sovrannaturale cui spetta governare il mondo. Oppure a meno che ciò non avvenga nel quadro di una politica di gestione dell’accoglienza. Di questo si tratta.migrazioni umane L’Italia non può permettersi di accogliere ogni anno 200mila persone, questo ormai è chiaro. Eppure gli arrivi non si fermano. Come mai? Sicuramente con le migliori intenzioni e cioè a patto che ci fosse una ridistribuzione di migranti e che la spesa per l’accoglienza fosse scorporata dal deficit il governo italiano ha accettato che le missioni di salvataggio e pattugliamento nel Mediterraneo facessero capo al nostro Paese e che gli sbarchi si concentrassero nei nostri porti. Non si capisce se l’accordo contemplasse il ruolo delle Ong le cui navi, come è noto, si sono spinte fino davanti alla costa libica e, secondo ipotesi avanzate dai magistrati che stanno indagando in proposito, anche oltre la linea delle acque territoriali e, con modalità tali, da far pensare ad un coordinamento con i trafficanti (trasponder spenti, segnalazioni luminose, telefonate). Ciò ha portato ad uno stravolgimento delle finalità della missione Triton che non era principalmente quello di raccogliere i migranti in mare e, meno che mai, a poche miglia dalla costa libica. Triton doveva servire innanzitutto per sorvegliare le frontiere e per dare la caccia agli scafisti. Le Ong si sono assunte un ruolo e si sono prese uno spazio che non dovevano avere perché la decisione su quanti immigrati accogliere spetta ai governi e non ad organizzazioni umanitarie di varia provenienza non tutte trasparenti circa i finanziamenti e le finalità.

missione tritonLa sensazione è che l’Italia sia stata oggetto di decisioni prese da altri stati per tutelare i propri interessi nazionali e dispiace che i governi Letta, Renzi e anche Gentiloni non si siano innanzitutto assunte le responsabilità di una condotta che ha portato il Paese ad una situazione critica.

Spagna, Francia, Germania, Austria e paesi dell’est hanno messo in sicurezza le proprie frontiere con misure severe e decidendo di pagare la Turchia a suon di miliardi di euro perché assorbisse la massa dei migranti sul suo territorio. Nel Mediterraneo, invece, si è gettato sulle spalle dell’Italia la gestione di un flusso di migranti ad di fuori di qualsiasi previsione e di qualunque controllo.

Il guaio fatto nel 2011 con il rovesciamento del regime di Gheddafi adesso lo paga l’Italia e viene meno ogni solidarietà europea.

Che i migranti non siano solo un problema umanitario dovrebbe essere chiaro a tutti e la litania dell’”accogliamoli tutti” o della ridistribuzione comune per comune ha fatto il suo tempo. Renzi sui migrantiHa giustamente detto Renzi che non esiste un dovere morale di accogliere tutti perché l’accoglienza ha un senso se si riferisce a numeri limitati di persone per le quali si può pensare ad un’integrazione vera. Magari se lo avesse detto quando era Presidente del Consiglio sarebbe stato meglio invece di comunicare con la retorica del buonismo e dell’ottimismo e assumere impegni inadeguati alle nostre possibilità. Quando la migrazione diventa un fenomeno di massa destabilizza equilibri sociali, economici e umani di una comunità. L’idea di ripartirli comune per comune inoltre è una pia illusione perché ignora che si tratta di sistemare persone prive di tutto, che vanno mantenute per molto tempo e senza che abbiano nulla da fare. Soprattutto ignora che in gran parte dei casi si tratta di persone che non vogliono rimanere in Italia e, meno che mai, andare a popolare borghi sperduti sulle nostre montagne.

Quelli che arrivano sono in gran parte giovani attratti dal miraggio delle ricchezze con le quali l’Occidente si rappresenta nel mondo. La fuga dalla guerra in Siria ha permesso l’esplosione della retorica umanitaria e ha coperto un fenomeno di tipo ben diverso peraltro in atto da molti anni e che ha portato in Europa milioni di persone che non sono attratte dalla nostra cultura, dalla libertà, dalla democrazia. Ignorare le vere motivazioni di chi arriva fin qui è una forma di idealismo insensato buono per una predica, religiosa o laica, ma inutile per gestire uno Stato. Anzi dalla divaricazione tra motivazione economica e attaccamento alle proprie radici culturali derivano tante delle tensioni di un’integrazione non voluta dagli stessi immigrati.

Tutto ciò premesso si può dire che l’Italia si è fregata da sola? Sì, si può dire e bisogna che lo si riconosca e che si assumano decisioni drastiche in tempi brevi. Adesso il governo si sta muovendo bene e, sembra, con le idee chiare. Speriamo che non si faccia prendere in giro da assicurazioni e promesse. L’esplosione demografica in Africa che è prevista nei prossimi trent’anni non ammette sottovalutazioni

Claudio Lombardi

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