Neve e strade bloccate: come nasce un’emergenza

Ciò che è accaduto in Abruzzo colpito da tempeste di neve e contemporaneamente da nuove scosse di terremoto con in più la valanga che ha schiacciato l’hotel Rigopiano una settimana fa non può passare nel solito dimenticatoio che accoglie tutte le disgrazie dopo il picco di attenzione mediatica. Bisogna ragionare, ordinare i pensieri e non farsi prendere dalla tentazione di lanciarsi in polemiche generiche che servono solo a sfogare l’ansia per eventi che sconvolgono la vita.

tragedia rigopianoIntanto una questione di fondo: ormai siamo così fiduciosi nel potere della scienza e della tecnica che non riusciamo più ad accettare l’idea che la natura non si possa mai completamente domare né che possa accadere qualcosa di imprevisto e incontrollato. Spesso si invoca la prevenzione intendendo che sia possibile un mondo a rischio zero senza la consapevolezza di cosa veramente comporti prevenire, di quale concorso di responsabilità – anche personale di ciascuno di noi – ci debba essere. Infine, nel momento del bisogno ci si aspetta che lo Stato sfoderi capacità di intervento, attrezzature, metodi, efficienza eccezionali capaci di riparare ad ogni danno. Magari quello stesso Stato che a molti non interessa o non piace o che viene ritenuto depositario di ogni male e degno di disprezzo. Sì, insomma, quello Stato che non appare come la proiezione istituzionale di una comunità, ma un miscuglio di caste privilegiate. Probabilmente sentirsi parte dello Stato significa anche rivendicare un ruolo ed avere coscienza dei propri diritti e dei propri doveri come fanno, d’altra parte, milioni di italiani che si dedicano al volontariato. Come recita un vecchio slogan di Cittadinanzattiva “Fare i cittadini è il modo migliore di esserlo”.

strada bloccata AbruzzoCiò detto veniamo al punto. Quale è stata la vera unica tragedia nelle ultime due settimane in Abruzzo? La percorribilità delle strade. Per fortuna il terremoto non ha avuto l’impatto devastante dei due precedenti sennò il bilancio sarebbe stato terribile. Invece, tutti i problemi che ci sono stati derivano da un’unica grande incapacità: sgomberare le strade dalla neve. Se lo fossero state i principali guai capitati in questi giorni (dai guasti non riparati delle linee elettriche alla mancata partenza degli ospiti del Rigopiano) non ci sarebbero stati. Niente e nessuno avrebbe impedito la valanga ovviamente e sarebbero probabilmente morti quelli che al Rigopiano comunque ci stavano sia per lavoro sia per loro scelta. Ma oggi non parleremmo di ritardi nei soccorsi e di mancanza di prevenzione. Magari ci domanderemmo come mai capiti spesso in Italia che eventi meteorologici intensi coinvolgano costruzioni realizzate in luoghi a rischio. O magari parleremmo della complessità del nostro territorio fatto da una miriade di centri abitati e di abitazioni sparse che, in caso di difficoltà di circolazione, diventano un problema serio.

protezione civileCiò che sicuramente ha funzionato è stata la macchina organizzativa dei soccorsi gestita e coordinata dal Dipartimento della Protezione civile che, anche in questa occasione, si è dimostrato capace di attivare una rete nazionale civile composta da tanti soggetti diversi, dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco alle associazioni di volontari. È piuttosto incomprensibile l’attacco che è arrivato all’organizzazione dei soccorsi. Ciò che non ha funzionato, invece, è stata la manutenzione ordinaria delle strade in caso di neve.

E dunque perché le strade non sono state sgomberate dalla neve? Per rispondere si è tirata in ballo la cancellazione delle province dimenticando che è stata abolita l’elezione diretta dei consigli provinciali, ma le competenze e la struttura sono rimaste, gestite dagli organi eletti dall’assemblea dei sindaci e dei consigli comunali di area vasta. Il problema vero è che sono stati tagliati i finanziamenti e che il governo condiviso delle aree vaste (cioè le province) da parte dei comuni che ne fanno parte non ha funzionato. Se non dappertutto sicuramente nelle zone colpite dagli eventi di queste ultime due settimane. Qui è il nodo cruciale di ciò che è accaduto in questi giorni. La Protezione civile si attiva per gestire le emergenze non per tenere pulite le strade dalla neve a meno che, non avendolo fatto gli enti competenti, non diventi essa stessa un’emergenza.

emergenza neve AbruzzoGià, ma di quali strade si tratta? Si è parlato solo delle province, ma ci sono strade statali, regionali, provinciali e comunali. Insomma un intreccio di competenze nel quale spicca la mancanza di mezzi adeguati per gestire le nevicate intense di queste ultime due settimane. Mezzi che sono stati fatti affluire da altre regioni nel momento in cui è intervenuta la Protezione civile. È legittimo domandarsi perché si sia arrivati a questa situazione e, invece di lamentare una generica disorganizzazione dei soccorsi, chiedersi cosa si può fare per aiutare comuni, province e regione Abruzzo a svolgere i loro compiti. Un pensiero particolare va alla regione perché è un ente che, se ha un senso, e se vogliamo trovare una giustificazione ai compensi dei consiglieri (molti dei quali si ritengono così importanti da formare un gruppo consiliare con la loro sola persona), deve darsi più da fare per indirizzare, coordinare, monitorare, intervenire. E, insomma, se mancano gli spazzaneve faccia un gesto di generosità: li compri e li gestisca la regione. Così alle prossime occasioni non ci sarà più nemmeno bisogno dei soccorsi

Claudio Lombardi

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