Quali liste civiche? Intervista a Carmelo Cortellaro (Spazio civile)

Diamo la parola ai protagonisti. Tre domande, tre risposte. La risposta alla terza domanda. Parla Carmelo Cortellaro di Spazio civile (www.spaziocivile.org). La prima la leggete qui (https://www.civicolab.it/new/?p=3851) e la seconda qui (https://www.civicolab.it/new/?p=3853).

Dopo le precedenti risposte torniamo ancora sul rapporto fra politica e cittadinanza attiva. La politica dovrebbe essere sintesi degli interessi particolari e loro riconoscimento in un disegno generale di governo della società. Abbiamo detto che i cittadini attivi devono partecipare attraverso le reti civiche alle decisioni politiche e al controllo sulla loro attuazione. Come si può conciliare la molteplicità dei punti di vista che essi esprimono con la necessità di una visione più ampia che ne faccia la sintesi ? Alcune risposte a questo interrogativo sono già state date. Per esempio le liste civiche o particolari procedure di coinvolgimento dei cittadini contenute in varie norme (bilancio partecipato, comma 461 sui servizi pubblici locali ecc) che, però, sono poco conosciute e praticate.

Questa è una cosa molto complessa e bisogna decidere da dove partire cioè cosa viene prima e cosa dopo.

Prima di stabilire quali siano i giusti metodi c’è bisogno di superare l’emergenza della democrazia negata. Bisogna prima di tutto dare accesso ai cittadini alle dinamiche di scelta della classe dirigente che avviene per l’appunto in base alla credibilità di ogni singola proposta. Solo successivamente si potrà discernere il metodo più adatto a fare sintesi.

Ad esempio le primarie che ha fatto il PD hanno fatto chiarezza più di quanto non potesse fare l’investitura a Bersani decisa semplicemente dall’Assemblea nazionale del partito. E, comunque, le primarie se pur positive, non bastano da sole. Ma è un apprezzabile, timido tentativo di cambiare la situazione.

In ogni caso, prima di ogni cosa bisogna cambiare la legge elettorale ed introdurre le preferenze. Questo è il primo passo, altrimenti la polveriera su cui siamo seduti monterà sempre più forte e maggiori saranno i danni di un’inevitabile deflagrazione.

(intervista a cura di Angela Masi)

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