Renzi: stavolta la montagna non ha partorito il topolino (di Claudio Lombardi)

manovra governo RenziQuesta volta non si può proprio dire che la montagna ha partorito il topolino. Le decisioni annunciate da Renzi non più candidato a qualche cosa o segretario di un partito, ma Presidente del Consiglio sono tali e tante che è difficile non parlare di svolta storica.

Abituati da anni ad annunci solenni di emergenze in corso con conseguenti promesse di “lacrime e sangue” adesso ci troviamo di fronte a scelte politiche precise e nette non per chiedere ancora una volta sacrifici, ma per avviare una redistribuzione di reddito a favore di quel vasto ceto medio che è lo scheletro su cui si basa la società italiana.

Non si può far finta di niente di fronte all’impegno di abbassare il prelievo fiscale per una somma non piccola a dieci milioni di contribuenti. Non si può far finta di niente nemmeno di fronte al piano casa; agli interventi nel mercato del lavoro (peraltro da precisare e migliorare rispetto alle prime bozze come spiega bene Tito Boeri su lavoce.info); agli interventi per l’edilizia scolastica; all’annuncio di misure per i salari minimi e per un’indennità di disoccupazione universale; alla decisione di alzare la tassazione dei redditi da investimenti finanziari; alla decisione di pagare i debiti con le imprese.

svoltabuonaDi fronte a tutto ciò si può anche dire che parte degli interventi e le risorse erano già stati decisi dal governo Letta; si può anche dire che le coperture non convincono; ma ciò non intacca il valore delle decisioni annunciate da Renzi. Valore che va al di là del merito delle singole misure e che tocca la responsabilità e la capacità della politica di decidere l’indirizzo da imprimere al Paese fissando gli obiettivi e concentrando le forze per raggiungerli.

Forse è proprio questa la spiegazione dell’impatto delle decisioni annunciate da Renzi: finalmente si ha la netta sensazione di una politica capace di guidare il governo e non di un governo trainato da un coacervo di poteri forti, meno forti, in chiaro e oscuri tutti trincerati dietro numeri ostili solo verso una parte della società, ma molto disponibili ad accogliere esigenze e desideri di un’altra parte. Anche il rapporto con l’Europa sembra cambiare impostazione e trasmette la sensazione di un governo che vuole attuare un disegno tenendo conto dei vincoli, ma non sentendosene prigioniero.

guida politica ItaliaL’ impatto della linea del governo è stato così forte che le critiche, per ora, puntano soprattutto a mettere in dubbio che ci siano i soldi per attuare quanto annunciato e sullo stile “renziano”. Più di questo poco possono e riescono a dire (fatta salva la già citata critica di Tito Boeri alla disciplina dei contratti di lavoro temporaneo) perché Renzi ha dimostrato di riuscire a tenere insieme i punti più dolorosi su cui si dibatte da anni e prova ad uscire dalla palude delle mezze misure e delle approssimazioni. D’altra parte di fronte a un Presidente del Consiglio che dice di essere pronto ad andarsene se tra un mese e mezzo non si vedranno i risultati poco si può dire.

Ovviamente tante critiche e osservazioni che vengono fatte in queste ore (e che giustamente proseguiranno per settimane) hanno il loro fondamento e sarà bene che il governo ne tenga conto, ma resta il fatto che questa svolta va appoggiata

Claudio Lombardi

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