Revisione titolo V: per la sanità un ritocco necessario (di Nino Cartabellotta)

revisione titolo VL’eliminazione della legislazione concorrente Stato e Regioni dovrebbe porre fine alla eccessiva frammentazione che oggi rappresenta un fattore di grave complicazione istituzionale e la ridefinizione delle competenze “esclusive” dello Stato e di quelle “residuali” delle Regioni dovrebbe facilitare una leale collaborazione tra Stato e Regioni, indispensabile per garantire il diritto costituzionale alla salute e la responsabilità pubblica della sua tutela.

Tuttavia, secondo quanto contenuto nel Rapporto GIMBE sul SSN, la revisione del Titolo V è necessaria, ma non sufficiente perché è indispensabile potenziare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sui 21 servizi sanitari regionali, attraverso quattro interventi finalizzati a prevenire le diseguaglianze regionali in termini di offerta di servizi e prestazioni sanitarie, di appropriatezza di processi clinici e organizzativi e di esiti di salute:

• (Ri)definizione a livello nazionale dei requisiti minimi di accreditamento per tutte le strutture sanitarie pubbliche e private e conseguente verifica;

• (Ri)definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) articolando, oltre che i livelli, i sottolivelli e i servizi, anche le prestazioni e le procedure, al fine di identificare gli standard di appropriatezza professionale e organizzativa;

• Definizione di un set multidimensionale di indicatori condiviso con le Regioni, per valutare le performance sanitarie in tutto il territorio nazionale utilizzando le stesse “unità di misura”;

• Produzione e continuo aggiornamento di standard nazionali, quali linee guida, report di health technology assessment, strumenti decisionali per i pazienti, che sintetizzino con adeguato rigore metodologico le migliori evidenze disponibili per guidare pianificazione e organizzazione dei servizi sanitari, pratica clinica e informazione dei cittadini.

sanità regionaliAnche se la maggior parte di questi interventi sono di natura “tecnica”, la lettera m) dell’articolo 117 della Costituzione rimane orfana di una parola indispensabile per garantire l’uniformità dei LEA: infatti, allo Stato non spetta solo di determinare i livelli essenziali delle prestazioni, ma anche di verificarli con uno strumento più analitico della “griglia LEA” attualmente utilizzata. Considerare la verifica un aspetto esclusivamente tecnico, non citandola nella riforma del Titolo V, rischia (involontariamente?) di indebolire ulteriormente lo Stato, legittimando le peggiori autonomie regionali, che oggi escono rafforzate dalla eliminazione della legislazione concorrente.

In linea con le azioni proposte dal Rapporto GIMBE sul SSN la Fondazione GIMBE suggerisce di modificare la lettera m) de secondo comma dell’articolo 117 in “determinazione e verifica dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale“.

Nino Cartabellotta tratto da www.huffingtonpost.it

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