Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie (ma bisogna reagire)

Italia albero spoglio“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Così scriveva il grande Ungaretti . Lui parlava dei soldati e della precarietà della loro vita. Dopo lo scandalo del Mose possiamo estendere la metafora alla società italiana, ai valori della convivenza civile e della legalità che esprime in forma giuridica il patto che la rende possibile. Anche questi sono come foglie morte o moribonde pronte a staccarsi e a cadere. Questo è il rischio che corriamo, che, di scandalo in scandalo, l’albero Italia rimanga spoglio e rinsecchisca senza più energia e linfa.

Lo scandalo del Mose è l’ennesimo, ma, proprio perché copre un lungo arco temporale e proprio perché arriva fino ad oggi è anche quello che colpisce di più. La preda è un’opera pubblica in costruzione da anni il cui costo è triplicato. Come al solito bisogna dire perché non c’è un appalto in Italia che si concluda nei tempi e con i costi previsti. Ma questo scandalo pesa di più.

Intanto il contesto, il nord est sviluppato e ricco di imprese. Poi i protagonisti: dal governatore della Regione al sindaco di Venezia, al generale della Guardia di Finanza, al magistrato della Corte dei Conti, fino ai soliti imprenditori che vivono di illegalità e di corruzione e ai politici che li accompagnano. La fotografia è quella di una classe dirigente scoperta a rubare, a imbrogliare, a truffare. E tutto a danno dell’economia nella quale le imprese malavitose scacciano quelle buone e dei soldi pubblici con lo Stato trattato come il bancomat delle bande di delinquenti che usano ogni sia pur piccolo potere per estorcere e arraffare.

malgoverno italianoChe il male sia penetrato in profondità lo dimostrano gli innumerevoli episodi che hanno accompagnato gli ultimi decenni nei quali ciò che si è scoperto a opera di una Magistratura sotto attacco politico e istituzionale e bastonata da leggi ad personam che hanno reso più difficile il suo lavoro, è sempre meno di ciò che si intuisce sia accaduto.

Volendo immaginare una sintesi di un lungo periodo di storia dell’Italia l’impressione che se ne ricava è di una lotta continua tra la forma istituzionale e legale dello Stato e della società civile e la sostanza di un potere reale profondamente diversa se non opposta.

Fin dall’inizio della storia repubblicana la ricerca della raccomandazione e della protezione è servita come alternativa e integrazione delle soluzioni legali e dei diritti riconosciuti dalla legge. Il sistema era già degenerato quando ancora i partiti erano macchine politiche forti e popolari perché ognuno aveva una propria area di influenza e aveva diritto a un pezzetto di potere arbitrario cioè fuori dalla legge. La protezione del politico o dell’alto burocrate era il cardine del potere reale e l’esempio seguito a tutti i livelli per consentire l’accesso alle scorciatoie negate con la semplice applicazione delle norme.

da tangentopoli in poiCome tutti sanno con Tangentopoli si scoprì che esisteva un “sistema” che governava i lavori pubblici. Lo scopo era farsi dare i soldi per finanziare la politica. Ma quello era solo una parte del tutto, di un vero potere parallelo o simulacro di quello legale in grado di arrivare dovunque: a nominare i primari negli ospedali, ad assegnare le cattedre universitarie, a far vincere un concorso pubblico, ad ottenere ricche consulenze, ad avere finanziamenti a fondo perduto, a distribuire gli appalti, e poi giù giù fino ad ottenere il permesso di spostare un muro in casa. Politici e burocrazie hanno avuto il potere assoluto di governare una spesa pubblica enorme e il potere di condizionare tutto il resto.

E adesso? La politica faccia appello ai tanti onesti che ci sono in ogni settore e nelle istituzioni, faccia pulizia tra le sue file senza più sconti e coperture cominciando con il concedere sempre l’autorizzazione all’arresto di parlamentari quando ne fa richiesta la Magistratura, adotti misure urgenti sulle opere pubbliche e contro la corruzione, modifiche le norme sulla prescrizione, introduca il reato di autoriciclaggio e ripristini il falso in bilancio. E’ il minimo dopo anni di scandali, non c’è più pazienza nè tempo. Se non farà questo Renzi perderà la faccia questo è sicuro. E anche le prossime elezioni.

Anche i cittadini però possono fare qualcosa aprendo bene gli occhi e rifiutando ogni tentazione di abbandonare la legalità e pretendendo il rispetto delle regole. Non sarà facile cambiare qualcosa, ma non abbiamo altra possibilità perché continuando così siamo condannati all’impoverimento e all’emarginazione

Claudio Lombardi

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