I super ricchi che aumentano la disuguaglianza

Il Rapporto Oxfam ogni anno richiama l’attenzione su una realtà dura da accettare: i super ricchi cioè il famoso 1% aumenta ancora la sua ricchezza tanto che oggi 8 persone possiedono tanto quanto la metà più povera dell’umanità.

Secondo il Rapporto: “se lasciata senza controllo, la crescente disuguaglianza minaccia di lacerare le nostre società, causa un aumento della criminalità e dell’insicurezza e pregiudica l’esito della lotta alla povertà. Più persone vivono nella paura, meno vivono nella speranza.

finanza denaroDalla Brexit al successo della campagna presidenziale di Donald Trump, da una preoccupante avanzata del razzismo alla sfiducia generalizzata nella classe politica, sono tanti i segnali che indicano come sempre più persone, nei Paesi industrializzati, non siano più disposte a tollerare lo status quo. E del resto perché dovrebbero, se l’esperienza ci dice che lo stato attuale delle cose produce stagnazione dei salari, precarietà del lavoro e un divario sempre più marcato tra abbienti e non abbienti? La sfida del momento è costruire un’alternativa positiva, non una che accresca le divisioni. …

Una cosa è fuori discussione: nella nostra economia globale, a guadagnarci di più è chi sta al vertice della piramide sociale. …. 1.810 miliardari della lista Forbes 2016, 89% dei quali sono uomini, possiedono 6.500 miliardi di dollari: tanto quanto il 70% meno abbiente dell’umanità Invece di sgocciolare verso il basso, reddito e ricchezza sono risucchiati verso il vertice della piramide ad una velocità allarmante. Perché succede questo? Le grandi imprese e i super ricchi hanno un ruolo determinante in questa dinamica.

Le grandi imprese favoriscono chi sta al vertice

Per il “big business” le cose sono andate bene: nel biennio 2015/2016 dieci tra le più grandi multinazionali hanno generato profitti superiori a quanto raccolto dalle casse pubbliche di 180 Paesi del mondo …. Le imprese sono la linfa vitale dell’economia di mercato e, se il loro operato va a vantaggio di tutti, sono di cruciale importanza per creare prosperità ed equità sociale. Ma se, al contrario, operano sempre più a favore dei ricchi, i vantaggi derivanti dalla crescita economica non giungono a coloro che ne hanno maggiore bisogno. Nella loro smania di produrre alti profitti per chi sta al vertice, le grandi imprese spremono sempre più i lavoratori e i produttori e ricorrono a pratiche di elusione fiscale, evitando così di pagare imposte che andrebbero a beneficio di tutti e in particolare dei più poveri.

Lavoratori e produttori sotto pressione

sfruttamento del lavoroMentre i redditi degli alti dirigenti, spesso pagati in azioni, sono aumentati in maniera vertiginosa, le retribuzioni dei lavoratori e produttori hanno registrato incrementi minimi e in alcuni casi sono diminuite. … In casi estremi, per mantenere bassi i costi di produzione si ricorre al lavoro forzato o alla riduzione in schiavitù. … In tutto il mondo le grandi imprese comprimono sempre più il costo del lavoro facendo sì che i lavoratori e produttori lungo le loro filiere ricevano una fetta sempre più sottile della torta: ciò acuisce la disuguaglianza e riduce la domanda.

Abusi fiscali

Uno degli strumenti utilizzati dalle società per massimizzare i profitti consiste nel pagare meno imposte possibili, e vi riescono grazie ai paradisi fiscali o forzando una competizione al ribasso tra Paesi per la concessione di agevolazioni ed esenzioni fiscali o di aliquote più basse. Le aliquote fiscali sugli utili d’impresa si riducono ovunque nel mondo e questo fenomeno, insieme alle sempre più diffuse pratiche di abuso fiscale, minimizza il volume di imposte pagate da molte grandi imprese. … Chi ne soffre maggiormente le conseguenze sono le persone più povere in quanto più dipendenti dai servizi pubblici che questi miliardi perduti avrebbero potuto finanziare ….. Che cosa genera questo comportamento da parte delle imprese? I fattori scatenanti sono due: la ricerca di profitti a breve termine per gli azionisti e l’ascesa del “capitalismo clientelare”.

Un capitalismo azionario ipertrofico

capitalismo finanziarioIn molte regioni del mondo l’attività delle grandi imprese mira ad un unico obiettivo: massimizzare i compensi degli azionisti. Ciò significa non soltanto massimizzare i profitti a breve termine ma anche versare una quota sempre crescente di tali profitti ai proprietari delle imprese stesse. … Ogni dollaro di profitto versato agli azionisti delle società è un dollaro che avrebbe potuto essere impiegato per pagare di più i lavoratori e i produttori o per versare le tasse, oppure investito in infrastrutture o innovazione.

Capitalismo clientelare

Società operanti in vari settori (finanziario, minerario, tessile, farmaceutico ecc.) usano il proprio enorme potere e la propria influenza per far sì che le normative e le politiche nazionali e internazionali siano formulate in modo da garantire loro una redditività costante. …. Le piccole imprese invece lottano per far fronte alla concorrenza e i comuni cittadini finiscono per pagare di più per beni e servizi, perché devono fare i conti con i cartelli e il potere di monopolio delle grandi imprese e con i loro stretti legami con i governi.

Quale alternativa? Un’economia umana

redistribuzioneDobbiamo creare insieme un nuovo senso comune e rovesciare completamente la prospettiva, dando vita a un’economia umana il cui principale obiettivo sia quello di favorire l’interesse del 99% e non quello dell’1%. …

I mercati sono il motore vitale della crescita e della prosperità, ma non possiamo continuare a far finta che sia il motore a guidare la macchina o a decidere qual è la direzione migliore da prendere. I mercati devono essere gestiti in modo oculato e nell’interesse di tutti affinché i proventi della crescita siano equamente distribuiti. ..  Il modello di Economia Umana proposto da Oxfam parte dal presupposto che il mercato da solo non è in grado di rispondere in maniera adeguata ed equa ai bisogni di tutti i cittadini e di rispettare l’ambiente. Pertanto è necessario l’intervento dei Governi per tutelare i diritti di tutti e per salvaguardare il bene comune.”

Qui di seguito i punti essenziali suggeriti nel Rapporto Oxfam.

  1. Governi che si adoperano per arginare l’estrema concentrazione di ricchezza. … Può essere realizzato aumentando le imposte sulla ricchezza e sui redditi più alti e assicurando sistemi fiscali più progressivi che permettano di recuperare risorse da investire in servizi pubblici come sanità e istruzione oltre che in politiche di sostegno al lavoro.
  2. Governi che cooperano, invece di competere in una corsa al ribasso sulle politiche fiscali e sui diritti dei lavoratori. ….
  3. Governi che sostengono modelli di business non orientati alla sola massimizzazione dei profitti, ma attenti al benessere dei propri lavoratori e al contributo che l’azienda porta al bene comune della società …..
  4. Governi attenti a garantire pari opportunità di sviluppo a uomini e donne. ….
  5. Governi che incoraggiano l’innovazione tecnologica a condizione che vada a beneficio di tutti. ….
  6. Governi che promuovono una transizione verso l’uso di energie rinnovabili per il funzionamento della nostra economia. ….
  7. Governi che promuovano lo sviluppo guardando ad una molteplicità di indicatori relativi al benessere dei cittadini e non soltanto alla crescita economica misurata attraverso il PIL.
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