Un tranquillo week-end di primavera? (di Angela Masi)

Un giorno come tanti ma non certo per qualcuno… qualcuno come me che nonostante i miei 30 anni e nonostante non abbia vissuto il tempo della lotta partigiana sento forte il senso e il significato del 25 aprile….

resistenzaTempo addietro, il governo Berlusconi aveva proposto di abbreviare la lista delle festività che interrompono la settimana lavorativa e di incorporarle nella domenica successiva. Tra queste il 25 aprile…. Effettivamente per la maggior parte dei cittadini italiani è una buona occasione per riposare dal lavoro, un giorno in più di ferie pagate. Magari la primavera affacciandosi consente una bella gita fuori porta, un’occasione per rivedere amici e parenti, vicini e lontani senza neanche pensare a che cosa significa “liberazione” e quanto di questa parola abbiamo bisogno ancora oggi.

Un presidente, vecchio e stanco ma con grande senso di responsabilità ne sceglie un altro (quello del Consiglio) perché il popolo sovrano non ha saputo scegliere fra un saltimbanco, un indeciso e un comico: questi sono stati i pensieri del mio 25 aprile.

Non ha forse bisogno di libertà un popolo schiacciato dalla pressione fiscale? Si è vero, dobbiamo risparmiare tutti, per il bene dei nostri figli e per quello dei nostri nipoti, ma non è un po’ una forma di violenza una classe dirigente che soffoca i suoi cittadini con le tasse e che consente, comunque, gli stipendi d’oro, le pensioni e i tanti privilegi di chi sta sotto la protezione del potere?

Possibile non sentire l’esigenza di contare qualcosa nei giochi di palazzo, nelle stanze dei bottoni dove si spartiscono le poltrone di governo e di tutto ciò che dal governo dipende?… e speriamo che questa volta qualcosa non tocchi pure ai grandi manager per gli appalti e alle mafie che, nonostante succhino (con buona pace delle istituzioni) i soldi ai cittadini onesti credono pure di farti un favore se lavori in una delle loro aziende o in un centro commerciale costruito da loro per controllare gli scambi del posto.

Insomma questa è la realtà nella quale viviamo o, almeno, la sua parte più odiosa, quella sulla quale i cittadini non riescono ad intervenire. (Forse anche molti perché ne sono parte?) Tutti la conoscono, tutti si indignano, ma questa realtà esiste e non penso che fosse questo che avevano in testa quelli che combatterono per liberare l’Italia mettendo le basi della nostra Costituzione che è ancora un modello da realizzare.

Nelle prossime ore inizierà a lavorare il governo Letta. Una strana alleanza Pd-Pdl, strana, ma l’unica soluzione possibile per diverse ragioni.

bilico ItaliaLa prima ragione è che il popolo italiano, nonostante la dura sostanza dell’esperienza vissuta, vota ancora PdL. Il PdL è Berlusconi e così il massimo esempio di disprezzo delle istituzioni e della legalità, il massimo esempio di corruzione che sia mai salito ai vertici della politica riesce ancora una volta a diventare il rappresentante di oltre il 25% dei voti. Insomma un bell’esempio  per tutti noi: chi ha i soldi e ha il potere può tutto. Il 25% degli italiani ne sono convinti evidentemente.

Un Pd che arranca, che supera di poco i voti del PdL e che, piuttosto che essere all’altezza del governo di un Paese in crisi è impegnato a nascondere lo sfascio del partito in preda a gruppi e sottogruppi in lotta fra loro.

E’ difficile riconoscere che, a distanza di oltre 50 anni la democrazia, nei fatti, è ancora molto debole ed ecco che la furbizia di un comico fattosi capo politico smaschera i giochi e prende di mira il sistema dei partiti. Bisogna aver paura dell’attacco di Grillo?

Solo se gli italiani non riescono a raccogliere la sfida del cambiamento per poter dare alle generazioni future qualcosa in cui riconoscersi e di cui non vergognarsi.cambiare strada

Così le mie riflessioni postume sul 25 aprile non vogliono ripetere le chiacchiere di cui è circondata la battaglia politica. Oggi anche l’indignazione sembra diventata una moda mentre anche le novità che escono dalle cabine elettorali sembrano girare a vuoto intorno a scontri verbali, ripicche, polemiche che sembrano diventati lo scopo principale di chi sta in politica.

Sembrerà strano, ma il mio 25 aprile è quello di chi non vive di solo pane; è il 25 aprile di chi non vuole più tornare indietro, portare il cuore via da una realtà marcia e spingerlo verso un nuovo giorno, un nuovo momento che prende vita dalla sofferenza e si rigenera; è il 25 aprile di chi è nauseato e la stessa minestra non vuole più neanche assaggiarla. Di chi ha fame di chiarezza, di solidarietà, di nutrimento per la mente, di rispetto dell’altro e dei diritti.

Ecco, il pane e i diritti. Forse è questo il senso del mio 25 aprile.

Angela Masi

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