7 Luoghi comuni sui migranti e sulle migrazioni

Ancora una volta i migranti sono al centro del dibattito politico. Ancora una volta il dibattito è caratterizzato da luoghi comuni. I partiti conservatori e populisti in Italia attaccano Bruxelles colpevole di averci prima costretto ad aprire le frontiere poi abbandonato a noi stessi. Secondo molti italiani, opportunamente “nutriti” dai politici l’unica opzione sostenibile è quella della tolleranza zero: occorre presidiare meglio i confini ed espellere tutti gli irregolari. Le cose non sono così semplici però. Vediamo perchè

LUOGO COMUNE NUMERO 1: l’immigrazione è un problema creato da Bruxelles

luogo comune migrantiL’immigrazione oggi infiamma il dibattito politico di molti paesi del mondo. Obama ha promesso una sanatoria per un milione di irregolari che sono arrivati negli Usa da bambini, Hillary Clinton, che potrebbe presto sostituire Obama alla Casa Bianca, ha affermato che sarebbe assurdo procedere all’espulsione di milioni di residenti che lavorano regolarmente. In Canada il governo conservatore ha reso più difficile l’assunzione di lavoratori stranieri tra le proteste dell’opposizione e delle associazioni di imprenditori che considerano il provvedimento antieconomico. David Cameron in Gran Bretagna ha promesso di rendere fiscalmente più onerosa l’assunzione di lavoratori stranieri. Il Sudafrica è al centro di un furioso dibattito sull’immigrazione e nel sudest asiatico migliaia di Rohingya cittadini di una minoranza musulmana del nord del Myanmar stanno fuggendo sui barconi. Tutti i paesi coinvolti nella vicenda dei Rohingya fanno parte di una comunità nata nel 1967 prendendo esempio dalla Comunità Economica Europea, l’Asean che si sta dimostrando meno efficiente dell’UE. Stati come la Thailandia e l’Indonesia sono disponibili a salvare i migranti, nessuno ad accoglierli.

LUOGO COMUNE NUMERO 2: perché spendere 35 euro al giorno per aiutare in Italia chi si può aiutare a casa propria con 2 euro al giorno.

immigrati in ItaliaAlle migrazioni economiche causate dalle disuguaglianze si sommano quelle dovute all’instabilità politica ed alle violenze. Le migrazioni oggi sono come gli attentati di Charlie Hebdo e del Bardo figlie del “nuovo disordine globale”, degli Stati falliti e della crescente diffusione di gruppi terroristici e network criminali. Gli afgani scappano dai talebani, i mediorientali dall’Isis, molti uomini e molte donne provenienti dall’Africa subsahariana che avevano provato a ricostruirsi una visita in nord Africa scappano dall’anarchia della Libia, i musulmani del Myanmar dalle persecuzioni religiose, i messicani dai Narcos. Nessuno di loro può oggi essere aiutato a casa propria con investimenti esteri, che prima delle recenti ondate migratorie non erano certo una priorità nell’agenda politica degli europei.

LUOGO COMUNE NUMERO 3: l’Italia è un paese buonista, è necessario chiudere le frontiere

Gli Stati Uniti, esempio invocato dalle destre di tutto il mondo per le sue frontiere ermetiche, sono il primo paese al mondo per immigrati irregolari, la Russia il secondo. Presto gli Stati Uniti potrebbero procedere alla più grande sanatoria di immigrati irregolari della storia. Oggi non esistono paesi in grado di blindare le proprie frontiere. A ciò si aggiunge che gli Stati Uniti, severi all’ingresso concedono la cittadinanza facilmente ai lavoratori residenti e di diritto ai loro figli nati nel territorio nazionale. Oggi in Italia vivono molte centinaia di migliaia di irregolari, un’espulsione costa in media 7.000 euro ed espellerli tutti costerebbe almeno 10 miliardi. Espellere l’irregolare che lavora onestamente dal punto di vista economico è una follia.

LUOGO COMUNE NUMERO 4: in Europa solo noi Italiani accogliamo i migranti

L’Italia, insieme ad altri paesi mediterranei per ragioni geografiche è molto impegnata nella prima accoglienza, tuttavia Gran Bretagna, Francia e Germania hanno molti più immigrati del nostro paese. Ad Oslo il 40% dei residenti è nato fuori dai confini nazionali, a Londra e Parigi più del 20%. A Milano e Roma i cittadini stranieri sono circa il 10%. A ciò si aggiunge che l’Italia è uno dei paesi meno generosi per la concessione di asilo. L’asilo politico per tutta la guerra fredda dal nostro governo è stato concesso solamente ai cittadini di paesi comunisti e ancora oggi non viene mai concesso asilo ai cittadini di “paesi amici”. Il caso Shalabayeva è un esempio drammatico ed imbarazzante.

LUOGO COMUNE NUMERO 5: Bruxelles ci obbliga all’accoglienza.

La politica dell’immigrazione comune si limita al presidio delle frontiere. Con Schengen è stata stabilita un’area di libera circolazione senza frontiere all’interno e senza una frontiera comune; il trattato di Maastricht introduce una cittadinanza europea di derivazione da quella nazionale senza fissare regole comuni per la sua concessione. Gli Stati membri determinano autonomamente quali immigrati sono irregolari ed hanno la possibilità di espellerli, vi sono poche regole minime “di ragionevolezza” per l’espulsione degli immigrati regolari. La “non politica” europea dell’immigrazione è figlia delle scelte dei governi, che preferiscono tenere nelle proprie mani poteri che non sono più in grado di esercitare efficacemente solo perché sensibili ai fini elettorali, salvo poi chiedere solidarietà quando i nodi vengono al pettine

LUOGO COMUNE NUMERO 6: Dublino II è un accordo fatto per favorire gli altri paesi Europei

barconi migrantiDublino II sfavorisce i richiedenti asilo extracomunitari. E’ un accordo molto criticato perché stabilisce quale è il solo paese UE che deve verificare se un cittadino extracomunitario ha diritto d’asilo. In sostanza con Dublino II tutti i paesi dell’UE eccetto uno vengono meno agli obblighi della Convenzione di Ginevra di cui sono parte. In prima battuta il paese che deve esaminare la richiesta d’asilo del migrante è quello in cui risiede un suo familiare, poi quello in cui il richiedente asilo è entrato legalmente e per ultimo quello in cui è entrato illegalmente. L’accordo fu siglato nel 2003 dal governo espressione di Berlusconi, di Alfano e della Lega. Nei primi anni del nuovo millennio le migrazioni verso l’Italia erano molto più ordinate di quanto lo sono oggi e Dublino II nel breve periodo favoriva paesi come l’Italia che avevano relativamente pochi immigrati e in gran parte provenienti da paesi relativamente stabili i cui cittadini non avevano diritto d’asilo: Marocco, Cina, Albania, Romania.

LUOGO COMUNE NUMERO 7: non siamo un paese abbastanza ricco per accogliere migranti

accoglienza migrantiLa popolazione italiana è in acuto invecchiamento. L’Italia è uno dei paesi d’Europa con la più grave situazione demografica. I migranti sono in media più giovani degli Italiani, producono circa il 9% del Pil, ovvero incidono sull’economia in misura più che proporzionale alla loro presenza. I benefici della loro presenza, nonostante molti di loro lavorino nell’economia informale si vedono sul fronte pensionistico. Tra l’altro molti migranti che decidono di tornare nel paese d’origine con cui non esiste una convenzione dopo aver versato i contributi per anni non hanno diritto ad alcuna pensione. E’ un luogo comune che l’Italia non può accogliere tutti perché non può allargarsi, poiché anche in anni di “violente migrazioni” è continuato il declino demografico del paese.

In definitiva è possibile un gestione più ordinata dell’immigrazione in Italia, incidendo su squilibri quali quelli prodotti dall’economia sommersa, chiedendo agli immigrati di pagare le tasse e sottraendoli allo sfruttamento dei caporali. E’ poi possibile un nuovo accordo europeo basato sulla condivisione dei rischi e dei benefici. E’ giusto chiedere un aiuto ai partner europei, ma solo nel contesto di un’ampia riforma dell’Unione, con una politica dell’immigrazione e della cittadinanza che deve essere creata dal nulla. Non si può certo chiedere ai paesi del nord e dell’est di affrontare insieme l’emergenza del Mediterraneo, senza scrivere regole che possano consentire di affrontare insieme un’eventuale futura emergenza ai confini orientali dell’Unione.

Salvatore Sinagra

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