A fari spenti verso la siccità

Mentre l’allarme per i cambiamenti climatici preoccupa e mobilita le opinioni pubbliche dei paesi europei non altrettanto si fa in Italia per la crisi dell’acqua. Un’Europa che incide per l’8% delle emissioni globali si costringe ad una transizione energetica difficile con scadenze ravvicinate e drastici impegni (auto elettrica obbligatoria, case ecologiche ecc) comprimendo uno sviluppo comunque in atto nei tempi ristretti di quella che viene presentata come un’emergenza. Tutto ciò mettendo in ombra che i modelli (i modelli, non le certezze assolute!) degli scienziati prevedono effetti sia in positivo che in negativo in un orizzonte di molti decenni, non di mesi.

Se si parla di siccità, a nulla servirà comprare l’auto elettrica o cambiare caldaia o spegnere una centrale a gas oggi mentre moltissimo si può fare con interventi straconosciuti da secoli e altri frutto delle conquiste scientifiche più recenti. L’Italia è ricca di acqua e non la sa gestire. Sui giornali ci si prepara all’ennesima siccità e già si contano i miliardi dei prossimi danni all’agricoltura. Risorsa preziosa viene sprecata senza ritegno con acquedotti fatiscenti e scarsissimo riutilizzo di acque reflue. Manca un sistema di raccolta e conservazione dell’acqua piovana che finisce quasi tutta in mare. Infine non ci sono dissalatori che potrebbero rifornire di acqua impianti industriali e colture. Questa è un’emergenza non la temperatura del 2100

22 marzo 2023

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