A Gaza c’è una guerra non un genocidio

Decideranno i giuristi all’Aja ma, dando una scorsa alla requisitoria sudafricana (che si può leggere qui http://tinyurl.com/ym68sz9s ), non mi pare che ci siano gli elementi per accusare Israele di genocidio, e questo per varie ragioni.

Innanzitutto ricordiamo che la Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio (http://tinyurl.com/5n7akkn9 ) definisce il genocidio come “genocide means any of the following acts committed with intent to destroy, in whole or in part, a national, ethnical, racial or religious group” a cui segue un elenco di azioni quali:

(a) Killing members of the group;

(b) Causing serious bodily or mental harm to members of the group;

(c) Deliberately inflicting on the group conditions of life calculated to bring about its physical destruction in whole or in part;

(d) Imposing measures intended to prevent births within the group;

(e) Forcibly transferring children of the group to another group.

Ma, tutte queste azioni da a) ad e), per essere genocidio, devono rispondere alla definizione iniziale, vale a dire la volontà di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, nella fattispecie i palestinesi arabi.

Ma se questo fosse l’intento di Israele, non si capisce perché non cominci dai due milioni (o quanti sono) di palestinesi arabi che ha in casa, dentro Israele. Hitler, quando diede origine al genocidio (quello sì, lo era) degli ebrei, cominciò dai “suoi” ebrei, quelli tedeschi. Poi continuò con gli altri, mandando prima la Wehrmacht a occupare le terre e subito dopo le SS a rastrellare gli ebrei nelle terre occupate. Si discute da un secolo se quello degli Armeni sia stato genocidio. In ogni caso, anche allora, furono rastrellati gli Armeni che si trovavano all’interno di quello che al tempo era impero Ottomano. In Jugoslavia le vittime musulmane bosniache furono trucidate da altri bosniaci. Insomma: i genocidi avvengono partendo da chi si ha in casa. Succede lo stesso con Israele? Non mi pare.

E quindi? Tutto bene? A Gaza non sta succedendo nulla? Direi proprio di no, perché che a Gaza stiano morendo civili lo vediamo tutti, che la popolazione civile di Gaza sia soggetta a enormi privazioni e sofferenze è altrettanto ovvio. Ma è genocidio? O è una fottuta e “normale” guerra come ne vediamo da secoli o millenni? Come se una guerra, di per sé, non sia una cosa sufficientemente orrenda e luttuosa. Se è genocidio quello di Gaza, cosa dovremmo dire di Dresda, il bombardamento alleato della II guerra mondiale durante il quale morirono forse 60mila civili tedeschi? Fu genocidio anche quello? O fu un atto spietato di guerra?

Uno può dire: cosa cambia se uso un termine piuttosto che un altro? Cambia, eccome. Israele è uno Stato imperialista? Probabile. È uno Stato colonialista? Discutiamone. Netanyahu e il suo Governo sono dei farabutti? Ne sono convintissimo e non ne discuto nemmeno: per Netanyahu ho un’avversione quasi lombrosiana, figurarsi quando parla. Ma questo basta a dire che Israele è genocida? Non credo.

E allora, da cosa nasce l’ansia di dare del genocida a Israele, di bollarlo proprio con quel termine? Temo che lo scopo sia sin troppo chiaro. Se Israele viene riconosciuto come genocida, allora Israele è come la Germania nazista di Hitler. E sarebbe finalmente il lavaggio finale di coscienza: Israele come la Germania nazista, IDF, il suo esercito, come le SS e il Mossad come la Gestapo. E allora, se Israele è come Hitler, se la stella di David è come la svastica, piantiamola di farci venire i sensi di colpa per la Shoah e l’antisemitismo. Anzi, l’antisemitismo si giustificherebbe nei confronti di qualunque ebreo che sostenga l’esistenza di Israele. Il buon ebreo sarebbe allora o quello morto, o quello che disconosce Israele.

Questa mi pare una versione X.0 di antisemitismo: tu ebreo, dissociati altrimenti ti condanno. Insomma, ebreo, discolpati. Un tempo era dall’aver ucciso Gesù, oggi dal sostenere Israele: antisemitismo è l’idea che l’ebreo debba comunque discolparsi preventivamente, o accettando il battesimo (un tempo) o sputando su Israele.

Riassumendo. A Gaza è in corso una guerra feroce, come, peraltro, ne abbiamo viste anche nel recentissimo passato ad Aleppo, in Yemen, senza che, però, a nessuno sia venuto in mente di istituire processi per genocidio. La popolazione civile, i bambini, soffre e muore, ed è indiscutibile. Ogni tentativo di finire questo spargimento di sangue è benvenuto, magari partendo dalla liberazione degli ostaggi a cui potrebbe seguire il cessate il fuoco duraturo.

Ma questo non ha nulla a che vedere col giochetto puerile di mettere sullo stesso piano gli ebrei di Israele, o che lo sostengono, con i nazisti. Non ha nulla a che vedere col tentativo di far passare Israele come Stato nazista e, quindi, meritevole di sparire dalla faccia della terra, come sparì il terzo Reich.

Jack Daniel (tratto da facebook)

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