Associazioni di cittadini e partiti: una scandalosa disparità (di Elio Rosati)

Il tema del finanziamento dei partiti sta esplodendo sotto i colpi degli scandali. Prima Lusi e poi il cerchio magico leghista.

Quello che però colpisce l’immaginario collettivo è che, di fronte a cifre molto consistenti erogate negli anni ai partiti, nulla o poco sia stato rendicontato all’opinione pubblica.

Resta ancora un mistero anche il fatto che un partito come la Lega non vada a congresso dal 2002.

E’ evidente, senza fare tanti giri di parole, che se un’organizzazione non rendiconta annualmente quello che fa, non mette alla prova a partire dalla base associativa le proprie scelte politiche e tutto si cristallizza in termini di potere personale, mala gestione e/o, peggio, distrazione di fondi pubblici.

Si parla, si sta parlando tanto di corruzione e della necessità che nel nostro paese si faccia di più e meglio.

E’ di estrema attualità una legge anticorruzione.

Così come una legge di riforma elettorale che torni a dare voce in capitolo agli elettori per la scelta dei candidati.

Ma sono queste le riforme che tutti aspettiamo?

La domanda nasce dalla visione dei fatti. E’ vero, tutti noi vogliamo contare di più circa chi mandare a rappresentarci in Parlamento o nel nostro Comune. Così come tutti noi vogliamo sapere come vengono gestiti soldi pubblici, soprattutto oggi alla luce della crisi economica.

Vorremo, però, anche sapere che i partiti, così veloci e scaltri ad attribuirsi enormi finanziamenti pubblici, rispettano in pieno l’art. 49 della Costituzione e cioè hanno un ordinamento interno democratico. Il che sarebbe anche il minimo per organizzazioni che vanno a governare le istituzioni. E, invece, no, l’ordinamento interno resta un affare privato dei partiti che, molto velocemente, cambiano giacca e ridiventano associazioni private quando a loro conviene: i finanziamenti devono essere pubblici per l’importante funzione che svolgono nello Stato, ma i controlli proprio no perché i partiti non li vogliono.

Ma allora perché le organizzazioni dei cittadini queste cose le fanno già da sempre per poter partecipare a bandi e contributi pubblici e i partiti no? Perché, ad esempio, negli statuti delle organizzazioni civiche deve essere presente, pena l’esclusione da qualsiasi finanziamento, un ordinamento democratico che garantisca tutti, mentre i partiti no?

Perché i cittadini, e le organizzazioni che li rappresentano nei diversi ambiti di intervento, devono approvare i propri bilanci ogni anno con modalità anche molto stringenti e tempi certi e i partiti no?

E’ scandaloso questo doppio binario. Scandaloso e non più tollerabile.

Anche perché i cittadini devono, ad ogni formale richiesta di verifica e di controllo da parte delle autorità preposte, dimostrare al centesimo tutte le spese effettuate. Giustamente perché si tratta di fondi pubblici (ma lo si fa anche con il finanziamento da parte dei privati).

I partiti, oltre a questi omessi controlli, si trovano spesso, pur sempre nella condizione di essere loro stessi i soggetti che, attraverso nomine negli enti, nei ministeri, nel così detto “parastato”, condizionano pesantemente le scelte che ricadono sulla vita quotidiana.

Si dice da tempo “fuori la politica dalla RAI” o dalle ASL. Ma con queste modalità nessun partito, nessuno, cederà il passo. Se il finanziamento dei partiti è stata l’arma per rendere più forte una parte (anche una parte all’interno dello stesso schieramento partitico) e le nomine nei vari enti la modalità per tenere stretti a sé i “clientes” come si può pensare di chiudere questa pagina che ormai ha preso il sopravvento?

I cittadini reputano negativamente i partiti in cui hanno ormai scarsissima fiducia. Ogni sondaggio conferma tale sensazione. Ma chi vive sulla propria pelle l’inadeguatezza della classe politica odierna sa, senza bisogno di sondaggi di opinione, che i partiti hanno perso da tempo la loro funzione e oggi sono o appaiono apparati per gestire le personali esigenze di chi li dirige, siano esse ristrutturazioni di case (magari di proprietà ma che il proprietario non sa di avere….) o di feste, festini e amenità varie.

Guardiamo la realtà per quella che è: i partiti vivono con i nostri soldi e dobbiamo non solo finanziarli in modo diretto o indiretto, ma anche sorbirceli in tv la sera dopo una dura giornata di lavoro. E va bene così perché i partiti dirigono le istituzioni e dobbiamo sapere cosa fanno e perché. Ma allora vogliamo anche la massima trasparenza, vogliamo che la nostra opinione conti e vogliamo che non ci siano più abusi con i nostri soldi. E, se permettete, visto che noi cittadini siamo anche i padroni di casa in questa Repubblica, vogliamo pure che chi sbaglia col potere che gli abbiamo dato con il nostro voto, paghi per i reati che commette e paghi con l’esclusione dalla politica per il pessimo esempio che ha dato.

Elio Rosati

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