Basta campagna elettorale adesso fate un governo (di Claudio Lombardi)

Il Sole 24 ore ha calcolato che i due terzi dei provvedimenti del governo Monti non sono stati attuati perché le amministrazioni dello Stato che avrebbero dovuti dargli seguito non l’hanno fatto. Non è da oggi che il problema della burocrazia rappresenta uno dei più seri ostacoli all’efficienza della macchina statale. Tra l’altro sono proprio gli apparati che scrivono le norme che poi sono discusse e approvate dal governo e dal Parlamento. In uno stato di diritto qualunque provvedimento deve avere una veste giuridica e, quindi, essere scritto in un provvedimento normativo che poi dovrà essere attuato con ulteriori atti normativi. Insomma non basta dire “si fa così” per veder realizzato un obiettivo politico. E da chi dipendono le amministrazioni pubbliche? Dal Governo ovviamente.

Scrivere in forma giuridica le decisioni della politica è un passaggio fondamentale anche perché si tratta di provvedimenti che dovranno resistere al vaglio delle magistrature ordinaria e amministrativa oltre che a quello, eventuale, della Corte Costituzionale.

Non è inutile ricordare queste semplici verità in questo momento in cui sembra quasi che si possa scegliere se avere un governo oppure no o che basti riportare in Parlamento la protesta degli italiani per veder realizzata una svolta.

È meglio non dimenticare che una cosa sono i comizi e i messaggi che si lanciano all’opinione pubblica e un’altra ciò che concretamente si può o si è capaci di fare. Per esempio Grillo vuole tagliare stipendi e pensioni che superano una certa cifra più altri non precisati privilegi. Bene, per infuocare una piazza può bastare, ma poi come lo si fa? Soprattutto se si dice che si andrà in Parlamento per controllare ciò che faranno gli altri e non si dice che governo si propone.

No, non è così che funziona in una società retta dal diritto. Se si vuole seriamente attuare quell’indirizzo politico bisogna fare un programma di governo e avere i numeri per attuarlo (e le persone giuste). Questa è la normalità dei percorsi istituzionali che vanno rispettati a meno che non si pensi di fare una rivoluzione violenta che rovesci la Costituzione.

Il Parlamento si insedia, magari prima rispetto ai tempi prefissati; il Presidente della Repubblica avvia le consultazioni e tutti fanno le loro proposte per formare il governo; qualcuno sarà incaricato di provarci e andrà in Parlamento a chiedere la fiducia. Se la riceverà il governo inizierà a lavorare e il Parlamento a legiferare, altrimenti si tornerà dal Presidente che dovrà decidere se sciogliere di nuovo le Camere o se tentare ancora di formare un governo.

Altre strade non ci sono e chi è stato eletto dagli italiani ha il dovere di provare a formare un governo e se non ci si riuscirà e si andrà di nuovo ad elezioni (causando un danno enorme all’Italia) ognuno si prenderà le sue responsabilità. Movimento 5 Stelle compreso

Claudio Lombardi

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