Cacciare la vecchia politica unica strada per risollevarci (di Claudio Lombardi)

Italia malataEcco la fotografia di un paese malato: la legge elettorale in vigore da otto anni dichiarata incostituzionale; una corruzione diffusa e sfrontata fatta di episodi grandi e piccoli con al centro una classe dirigente politica degradata e priva di senso dello stato e dell’etica pubblica; il livello di povertà cresce e tocca ormai milioni di italiani; i bilanci pubblici sono sempre più in sofferenza e le scelte politiche della maggioranza che governa inseguono proposte demagogiche come l’abolizione dell’IMU alle quali si sacrificano le poche risorse a disposizione.

Il quadro non potrebbe essere più cupo, la fiducia degli italiani non sa più in che direzione guardare e tutto l’impianto dei poteri costituzionali traballa sotto i colpi di una politica cieca e ottusa. Le responsabilità sono di tutti, ma c’è chi ha costruito un sistema del malaffare per favorire l’assalto allo Stato di gruppi di affaristi capitanati dal pregiudicato Berlusconi con il sostegno di ceti sociali protetti dal potere e abituati all’illegalità e c’è chi ha imitato o tollerato senza reagire con decisione alla degenerazione.

situazione cupaLa parabola del berlusconismo volge al termine e trascina con sé i sogni di chi si è fatto illudere, ma anche di chi si è adagiato in un sistema di potere abituato, per antica tradizione, a comprare il consenso e a compensare il dissenso.

Questo il nucleo centrale del problema Italia: un sistema di potere che viene da lontano, molto esteso, che ha usato per molti decenni lo Stato, gli apparati, le istituzioni, la spesa pubblica, la politica persino, per favorire alcuni strati sociali a danno di altri, per distribuire in maniera diseguale le risorse e per smorzare i contrasti sociali senza risolverli, ma compensando il dissenso.

debito pubblicoIl debito pubblico mostruoso e improduttivo visto lo stato delle infrastrutture, dei luoghi e dei servizi sociali italiani ha prodotto un danno che ora pesa su tutto noi, ma il danno più grande è stato il venir meno di un sistema credibile di governo della società che, infatti, si è “naturalmente” frammentata in mille pezzi ognuno in lotta con l’altro per accaparrarsi una parte delle risorse. In questa lotta la politica ha assunto il ruolo di Grande Mediatore mettendo in vendita pezzi di legalità in cambio di voti e di potere.

L’emblema di tutto ciò è il Mezzogiorno dove si presenta il quadro più brutale della degenerazione e dove l’intermediazione criminale è penetrata nei gangli del potere. il parossismo della spesa regionale in Sicilia è, forse, il caso esemplare da tenere sempre a mente per capire il baratro nel quale stiamo cadendo e dal quale non ci risolleveremo perché l’economia non ha più la possibilità di superare lo svantaggio terribile del sistema paese che è la vera palla al piede di ogni spinta allo sviluppo.

democrazia dei cittadiniCome risollevarsi?

L’unica strada è che la politica cambi sulla spinta di un grande movimento civile che imponga e sostenga una nuova rappresentanza nelle istituzioni elettive che sia la base, a sua volta, di una maggioranza di governo nuova. Una spinta che porti i cittadini a diventare loro stessi politica diffusa e corresponsabili delle scelte di governo sia attraverso la forma partito che con tutte le altre espressioni associative della cittadinanza attiva. Non si tratta di costituire nuove oligarchie, ma un movimento di massa che diventi opinione pubblica e cultura civile. Un movimento di cittadini, tuttavia, non può fare a meno di un progetto politico perché non si tratta di aggiustare dei meccanismi che funzionano da soli, bensì di ricostruirli e reindirizzarli.

Per questo la spinta non può che venire da una sinistra nuova che riscopra i valori dell’uguaglianza e della libertà e li accompagni con quelli della liberazione delle capacità dai vincoli del clientelismo, della corruzione e del corporativismo. Senza questa impronta di una sinistra nuova non sarà possibile una svolta vera, ma deve essere chiaro che una sinistra nostalgica di vecchi miti non servirà a nulla.

Così come stiamo l’Italia non può che scendere verso il basso e noi tutti siamo condannati ad impoverirci. L’unica alternativa è risollevarci cacciando via tutti i pesi che ci portiamo dietro da veramente troppi anni.

Claudio Lombardi

2 commenti
  1. Doparie Dopoleprimarie dice:

    Concordo su questa frase (per il resto non mi esprimo): “Una spinta che porti i cittadini a diventare loro stessi politica diffusa e corresponsabili delle scelte di governo sia attraverso la forma partito che con tutte le altre espressioni associative della cittadinanza attiva”

  2. Alessandro La Barbera dice:

    Ieri, finalmente, la Corte Costituzionale (interpellata da un gruppo di cittadini dopo la lunga trafila prevista, anziché dal parlamento che ha una corsia privilegiata) ha sancito l’incostituzionalità delle liste bloccate, che limiterebbero l’esercizio del voto sancito dall’art.48 della Costituzione, e il premio di maggioranza alla Camera e al Senato alla coalizione più votata.mera e al Senato alla coalizione più votata.
    Tutti contenti, tutti a posto? Non proprio. Infatti, la Corte non ha stabilito l’incostituzionalità di tutta la legge 270/2005, bensì solo di questi suoi due elementi, il che significa che il Porcellum continua a esistere, ma con il voto di preferenza e senza premio di maggioranza (mentre rimangono le soglie di sbarramento per l’accesso al Parlamento): è quindi un proporzionale più simile a quello in vigore in Germania (dove però le liste bloccate esistono) e assai simile a quello della Prima Repubblica (senza però preferenze multiple e con le coalizioni).Lasciando al Parlamento la decisione di “approvare nuove riforme elettorali”, de facto la Corte permette alle larghe intese di poter durare, in potenza, per sempre: perché anche se si accogliesse la tesi che tutte le istituzioni sono oramai delegittimate (compreso il Presidente della Repubblica eletto da 2 parlamenti votati con questa legge), il ritorno alle urne consegnerebbe uno scenario ancor più frammentato, in cui veti e contro-veti peserebbero ancora di più e allora la riforma sarebbe impossibile.
    Il ritorno al precedente sistema (il Mattarellum), che pure non era perfetto e produceva gravi distorsioni, non è automatico e ci vuole un definitivo voto dell’aula, che però non arriverà mai (farlo, significherebbe mettere fine al governo Letta voluto da Napolitano). Quindi? Quindi, a ben vedere, siamo ancora più inguaiati di prima e chissà come ne usciremo.
    Auspico, pertanto, che venga fuori da questo marasma una riforma elettorale seria che garantisca rinnovamento parlamentare e stabilita’ di governo. Sara’ tutto da vedere,attendendo cosa Costoro faranno a questo punto.

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