Chiusura degli Opg e impunibilità reati: il magico mondo delle leggi
Noi non lo sappiamo, ma il mondo in cui viviamo è magico e gli esseri umani sono tutti buoni. Chi scrive le leggi evidentemente la pensa così e vediamo perché.
Tra pochi giorni entrerà in vigore il decreto che stabilisce la non punibilità per reati fino a 5 anni di reclusione. Il colpevole non sconterà nessuna pena e il procedimento sarà archiviato “per tenuità del fatto”. Il principio alla base delle nuove norme non è insensato perché è inutile incarcerare una persona se l’offesa è leggera e se segue ad un comportamento non abituale. In questi casi il reato può non essere punito e la tutela delle parti offese si può realizzare solo in sede civile. La non punibilità non è automatica perché dovrà essere il giudice a valutare i fatti e dovrà tener conto delle richieste della parte offesa che potrà insistere perchè la pena sia inflitta.
Che bello!! Però, però … 5 anni di reclusione come pena non sono pochi e la lista dei reati che la richiedono è lunga. Ecco qualche esempio:
abbandono di persone minori o incapaci; abusivo esercizio di una professione; abuso d’ufficio; accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico; adulterazione o contraffazione di cose in danno della pubblica salute; appropriazione indebita; attentato a impianti di pubblica utilità; attentati alla sicurezza dei trasporti; commercio o somministrazione di medicinali guasti; commercio di sostanze alimentari nocive; corruzione di minorenne; crollo di costruzioni o altri disastri dolosi; corruzione; danneggiamento; detenzione di materiale pornografico; diffamazione; evasione; fabbricazione o detenzione di materie esplodenti; false informazioni al pm; frode informatica; frode nelle pubbliche forniture; impiego dei minori nell’accattonaggio; incesto; interruzione di pubblico servizio; lesione personale; occultamento di cadavere; omissione di soccorso; rissa; truffa; violazione di domicilio; violenza privata; violenza o minaccia per costringere taluno a commettere un reato.
Basta leggere questi reati uno per uno per immaginare quale intreccio di situazioni diverse si possa determinare, quali pressioni psicologiche sulle parti offese che dovrebbero avere la determinazione di chiedere la punizione del reato, quali frustrazioni se il risarcimento delle offese dovesse avvenire in sede civile con le lungaggini e i costi di quei procedimenti.
Noi non abbiamo un sistema giudiziario efficiente e nemmeno delle forze dell’ordine talmente autorevoli ed efficaci da garantire la tempestività di interventi a tutela delle parti offese o anche dell’interesse pubblico. Ciò che possiamo immaginare è che l’onere della scelta venga rigettato sui singoli o che la non punibilità inauguri una stagione di impunità e di ripetizione dei reati. Pensiamo all’evasione fiscale, all’attentato a impianti di pubblica utilità, al commercio di medicinali e alimenti guasti o nocivi, alla violenza privata. Schiere di avvocati sono pronte ad intervenire con tutti i cavilli legali che abbondano nel nostro ordinamento per proteggere i colpevoli che adesso avranno anche lo scudo della non punibilità. Pensiamo al timore delle vittime nell’insistere per la punizione di chi potrebbe tornare a ripetere il reato.
No, per come stanno le cose oggi, la non punibilità sembra un lavarsene le mani confidando nella buona fede del reo. Diverso sarebbe il caso di uno Stato efficiente e severo nel quale le sanzioni fossero certe e rapide e la polizia in grado di proteggere le vittime. Purtroppo non è il nostro caso.
Altro caso in cui sembra che lo Stato se ne lavi le mani rigettando i problemi sulle spalle dei cittadini è quello della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari che dovrebbe attuarsi il prossimo 31 marzo. La riforma prevede che i “manicomi criminali” siano sostituiti in ogni regione dalle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive (Rems) nelle quali siano assicurate le cure, ma senza misure restrittive della libertà. Ora, a parte il fatto che in molti casi le Rems non sono pronte il che è un classico del sistema Italia il punto è chiarire chi sono le persone attualmente detenute negli Opg.
Nel 54% dei casi si tratta di responsabili di omicidi o tentati omicidi. La preoccupazione è alta negli addetti ai lavori. Riportano i giornali la notizia di una lettera di 64 psichiatri del Dipartimento di salute mentale di Bologna che si domandano cosa dovranno fare quando non si riuscirà ad arginare l’aggressività di un paziente e chi dovrà assicurarne la custodia. E chissà chi lo sa? Nel mondo magico dei nostri legislatori non ci si preoccupa di questi dettagli.
Insomma non è assurdo immaginare che molti di questi pazienti-delinquenti finiranno liberi per le strade dato che non potranno più essere detenuti. Sembra proprio che chi prende queste decisioni immagini di vivere in un mondo ideale nel quale la bontà dell’essere umano deve per forza emergere grazie all’interazione con l’ambiente sociale. La realtà, purtroppo, è molto diversa e, malato o non malato, chi ha commesso un crimine dovrebbe essere detenuto fino a che non se ne sia accertata la non pericolosità. È sommamente ingiusto lasciare che sia l’interazione con l’ambiente sociale a fare il miracolo. Cioè esporre i cittadini al rischio molto concreto che uno squilibrato sia libero di compiere altri reati perché è ingiusto che sia incarcerato.
Nel mondo reale delle persone normali chi ha commesso reati deve scontare la sua pena che sia malato oppure no e se deve essere curato che lo sia senza mettere in pericolo gli altri
Claudio Lombardi
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