Cinque anni, due follie di finanza pubblica

Una citazione dall’articolo di Mario Seminerio pubblicato qui

Mi pare si possa dire che questi ultimi anni di follie di finanza pubblica hanno prodotto due mostri, distintamente identificabili. Il maggiore è il Superbonus, che ha drogato la crescita in modo effimero consentendo a legioni di analfabeti disfunzionali di immaginare il moto perpetuo e rivendicare di aver scoperto l’unica pietra filosofale.

L’altra misura è, appunto, Quota 100. Anch’essa figlia naturale del pensiero magico dei moltiplicatori maggiori dell’unità e degli esborsi che si ripagano. Ricorderete (mi auguro) il dibattito di quel periodo: ogni pensionato sarebbe stato rimpiazzato da più di un nuovo assunto. Eccolo, il moltiplicatore magico che, se ci pensate, in questa versione è in realtà il demoltiplicatore della produttività.

Una società labour intensive per editto, così neo-umanista da lottare contro l’alienazione della società dell’automazione. Ricordate anche la sollecitazione rivolta all’epoca alle aziende pubbliche affinché adottassero in un solo esercizio i piani di assunzione previsti su più anni. Questa l’avevate scordata, dite la verità.

Ecco, ora fate un esperimento del pensiero: pensate a quali e quante cose si sarebbero potute fare, con questi importi. Oppure, mettetela in questi termini: pensate quale risparmio di interessi sul debito pubblico avremmo conseguito, se queste due follie non avessero avuto luogo. Lo so, sono controfattuali, quindi lasciano il tempo che trovano. Ma sono maledettamente tangibili. Pensate al Servizio Sanitario Nazionale.

Un paese che, nel giro di cinque anni, riesce a produrre due misure del genere, e poi magari anche a lamentarsi per la cosiddetta “austerità”, è un paese perso nella follia che lo sta uccidendo, prima ancora che lo faccia la demografia.

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