Civanomics: idee per rispondere alla crisi dal PolitiCamp di Civati (di Salvatore Sinagra)
Il 5, 6 e 7 Luglio, a Reggio Emilia, ho partecipato, insieme ad altre 1.500 persone (presenze registrate dagli organizzatori) all’incontro – maratona indetto da Pippo Civati e chiamato W LA LIBERTA’. Era inevitabile si parlasse di rapporto con l’elettorato, del partito democratico e di partecipazione politica, ma non poteva mancare uno spazio dedicato anche all’economia. Si è parlato di tasse (in testa a tutti l’IMU), ma soprattutto di mercato del lavoro e di disoccupazione giovanile.
Poche parole sulle tasse. Civati è favorevole alla riduzione delle imposte sul lavoro e quindi contrario al superamento dell’IMU. La sua posizione è assolutamente allineata a quella delle più importanti organizzazioni internazionali, che hanno di recente sottolineato che se vi fosse margine per ridurre le imposte sarebbe preferibile, ai fini della crescita, agire su quelle sui redditi e non su quelle sul patrimonio. Giustamente Civati ha ricordato che non sono circoli di intellettuali di sinistra o enti solidaristici che ammoniscono l’Italia di non toccare l’IMU, ma lo fa il Fondo Monetario Internazionale.
Ancor più centrali sono stati i temi della disoccupazione ed in particolare della disoccupazione giovanile, su cui oltre Civati, sono anche intervenuti gli economisti Rita Castellani e Filippo Taddei (e l’ex ministro Fabrizio Barca in apertura). In questi anni le lunghe ed estenuanti discussioni sull’articolo 18 hanno forse portato molti a pensare che i problemi del lavoro si riducano solo alla normativa sui licenziamenti; il dibattito sul lavoro così è stato inquinato e deviato. Ora questa polemica si è spenta e si riecse a vedere la vera natura dei problemi.
Rita Castellani ha sottolineato che non ha senso analizzare il problema disoccupazione in prima battuta con la lente della normativa sui licenziamenti. I problemi occupazionali che colpiscono soprattutto i giovani, ma negli ultimi tempi anche lavoratori over 50, sono dovuti in gran parte alla debolezza della domanda cioè ci sono pochi datori di lavoro disposti ad assumere. E’ prioritario quindi effettuare azioni volte a rilanciare la domanda, ovvero è prioritario favorire la nascita di imprese nei settori a più alto valore aggiunto.
Castellani ha poi sottolineato che non è vero che in Italia ci sono troppi laureati, come non è vero che i giovani italiani sono poco qualificati, mentre sono molto alte le disparità e il cosiddetto ascensore sociale (la possibilità di migliorare la posizione rispetto al punto di partenza) non funziona più (ammesso che sia mai esistito).
Per questo è vaniloquio continuare ad invocare riforme strutturali come se fossero una bacchetta magica senza spiegare quali riforme e per fare che cosa.
Civati su lavoro e disoccupazione ha affermato che è ormai necessario un welfare che parli a tutti, che si rivolga anche a coloro che sono fuori dal mercato del lavoro. Si è impegnato ad introdurre il contratto unico tanto caro a Boeri ed ha affermato che è prioritario aprire un dibattito sul reddito minimo garantito (l’estensione a tutti degli ammortizzatori sociali), ma ciò non può avvenire se non insieme ad un gigantesco sforzo per la riqualificazione della forza lavoro.
La questione del reddito minimo garantito, centrale nel dibattito politico di tutti o quasi tutti i paesi europei, è arrivata nell’arena politica italiana nell’ultima campagna elettorale, Civati ha ricordato che si tratta di una grossa sfida che implica doveri, sia per il percettore del reddito che deve accettare percorsi di riqualificazione, sia per lo Stato e per il nostro sistema educativo e della formazione.
Le tasse, la normativa del lavoro e il sostegno ai disoccupati, non costituiscono che la cornice del contesto economico. La Civanomics è fatta anche di politica industriale, di investimenti in settori produttivi innovativi e non convenzionali, a partire dalla cultura e dall’economia verde. Un quadro ampio, ma fattibile composto di assi strategici e proposte concrete e, soprattutto, di tanta serietà. Lo “stile” Civati insomma.
Salvatore Sinagra
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