Come finirà il braccio di ferro tra Grecia e UE?
Come finirà il braccio di ferro tra la Grecia di Tsipras e il resto dell’Europa? Purtroppo ciò che sta accadendo ci riguarda da vicino e non solo per i 40 o 50 miliardi di euro che abbiamo “prestato” al governo greco e che molto difficilmente ci saranno restituiti.
Le vicende della Grecia sono una prova difficile e drammatica su molti fronti. Innanzitutto la possibilità che esista una unione europea oltre la moneta unica. L’idea di un’Europa unita è nata dopo la seconda guerra mondiale per prevenire le tensioni e le rivalità tra gli stati che avevano portano in pochi decenni a due conflitti mondiali. Si è rafforzata con la globalizzazione perché i singoli stati non avevano più la possibilità di competere da soli né verso occidente né vero oriente. L’introduzione dell’euro doveva essere il punto di arrivo e di ripartenza per qualcosa di più solido e duraturo che puntasse ad una confederazione di stati.
Così non è stato e la crisi greca dimostra che l’Europa resta un’idea, ma non una realtà. Se una unione politica ci fosse stata la Grecia sarebbe stata costretta ad affrontare i problemi che oggi l’hanno messa in ginocchio: evasione fiscale, privilegi, sprechi, corruzione, clientelismo. Utopia? Forse, ma allora perché si è creata una moneta unica senza un’autorità politica sovranazionale?
Anche noi italiani ci siamo barcamenati tra artifici contabili e rinvii al debito futuro pur di non toccare i nodi del sistema di potere e della caduta di produttività dell’economia. Per questo siamo nella crisi più nera della storia repubblicana.
Comunque, la ragione dice che, quali che siano le responsabilità dei precedenti governi greci, o gli stati europei concedono una possibilità di recupero al nuovo governo o si aprirà una pagina ancora più drammatica e pericolosa e dagli sviluppi imprevedibili.
Per questo la proposta di Tsipras di allungare le scadenze del debito può essere una base di negoziato. Non c’è niente da fare, se vogliamo evitare guai peggiori il popolo greco deve vivere e deve essere aiutato. E per farlo c’è bisogno di soldi e di tempo. O pensiamo che nel giro di qualche settimana rinasca una nuova Grecia da quella fallita ormai da cinque anni? È chiaro che questa via d’uscita costerà e non poco, ma l’alternativa non c’è.
Ormai bisognerebbe mettersi l’anima in pace e dirsi che questo sacrificio (anche nostro) deve servire a qualcosa e portare a un cambiamento vero. Non basta dare fiducia a Tsipras, anzi serve a poco: bisogna che l’Europa faccia un passo avanti stringendo un patto ancora più vincolante sulle politiche e non solo sulla moneta che andrebbe usata come strumento e non come fine. Se ci riuscirà darà un aiuto a tutti gli stati e non solo alla Grecia perchè metterà le basi di una uscita dalla crisi dell’Europa intera.
Altrimenti bisogna che la Grecia esca dall’euro, ma in quel caso il costo sarà probabilmente più alto anche per noi
Claudio Lombardi
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