Comunicazione nonviolenta: può essere di aiuto nella sfera sociale? (di Anna Costa)

La Comunicazione nonviolenta ideata da Marshall Rosenberg è uno strumento volto a facilitare la comunicazione con sé stessi e con gli altri; si può utilizzare, oltre che in ambito personale e familiare, anche in contesti più ampi, come quello sociale o politico.

Essa ci aiuta a ripensare il modo in cui ci esprimiamo, così come il modo con cui ascoltiamo gli altri; in questo modo, possiamo andare oltre rispetto alle nostre reazioni automatiche ed abitudinarie.

L’uso e l’interpretazione delle parole ha infatti un impatto che può contribuire, senza che ce ne accorgiamo, a strutturare in modo violento i nostri rapporti sociali ovvero, al contrario, a rafforzare la nostra capacità di rimanere umani anche in condizioni difficili.

La CNV costituisce un linguaggio di processo, interessato a ciò che è vivo di momento in momento in noi stessi e negli altri. Infatti, l’abitudine di definire noi stessi e gli altri in termini di ciò che noi siamo e ciò che gli altri sono comporta il rischio di assumere una prospettiva statica, determinando una drastica riduzione delle risorse alle quali attingere. In altre parole, gli esseri umani, che per loro natura si trovano in uno stato di evoluzione continua e di possibile espansione, vengono inconsapevolmente costretti, con l’uso delle definizioni statiche, in uno spazio  assai angusto e limitante.

La CNV permette di aumentare la nostra consapevolezza di ciò che percepiamo e di ciò che vogliamo, portando l’attenzione sui luoghi che hanno il potenziale di fornirci ciò che stiamo cercando. Per far questo, propone di focalizzare l’attenzione sui pensieri, sulle parole e sulle azioni che arricchiscono la propria vita insieme a quella degli altri.

Il primo passo è quello di osservare ciò che succede nella concretezza delle situazioni, piuttosto che formulare valutazioni o giudizi generici e statici. Ogni giudizio che esprimiamo, sugli altri come su noi stessi, rappresenta, secondo Rosenberg, un’espressione tragica dei nostri bisogni.

Il secondo passo consiste nel riconoscere i sentimenti che proviamo, in relazione a quella concreta situazione. Il terzo richiede l’individuazione del bisogno sottostante, che può essere soddisfatto o meno.

Il quarto passo prevede una richiesta: prendendoci cura dei nostri sentimenti e dei nostri autentici bisogni, ci sarà più facile formulare agli altri (come anche a se stessi)  richieste concrete e collaborative.

La CNV ci rende inoltre consapevoli che possiamo scegliere di ascoltare negli altri le medesime quattro informazioni, anche quando si presentano sotto forma di pensieri alienati o sono espresse attraverso giudizi moralistici, pretese o doveri.

Per esempio, se una persona che appartiene ad una certa organizzazione dice ad un’altra: “Che delusione, contavo su di te e ti stai tirando indietro!”, può darsi che intenda dire:

  1. Osservazione: Quando osservo che nell’ultimo mese non hai preso parte alle riunioni della nostra organizzazione
  2. Sentimento: provo amarezza e scoraggiamento
  3. Bisogni: perché i miei bisogni di condivisione, collaborazione e sostegno non sono soddisfatti.
  4. Richiesta: Ti chiedo quindi se ti va di prendere ora un appuntamento per organizzare insieme la prossima attività in programma.

Le espressioni qui proposte in forma didattica possono essere sostituite con altre più adeguate al proprio linguaggio: gli elementi essenziali hanno più a che fare con l’intenzione e con la chiarezza interiore. Aumentiamo il nostro potere “con” le persone, invece di esercitare un potere “sulle” persone, quando riusciamo ad esprimere, piuttosto che una critica del loro operato,  la condivisione onesta di quello che ci anima. Allora, diventa molto più probabile che le nostre richieste vengano prese in considerazione.

La filosofia sottostante è che la possibilità di contribuire alla vita costituisca – insieme a molti altri – un bisogno universale, che accomuna tutti gli esseri umani. E’ anche importante notare che esistono molteplici strategie per soddisfare i propri bisogni (si può contribuire alla vita annaffiando una pianta, facendo politica attiva, preparando un pasto per familiari ed amici).

Quando desideriamo cambiare qualcosa in un’organizzazione o in un Governo, è essenziale entrare in contatto con i bisogni delle persone: più riusciamo a connetterci con loro in modo tale che tanto i nostri bisogni quanto i loro vengano rispettosamente compresi, più possiamo attivare una sorta di “danza” tra i vari bisogni in gioco, che faciliterà la ricerca, con spirito creativo, di una soluzione che possa soddisfare i vari attori in gioco.

Spesso, le persone che definiamo autoritarie hanno bisogno di efficacia, quelle che ci sembrano razziste hanno molta paura, e quindi un bisogno di sicurezza non soddisfatto, e quelle che adottano comportamenti a nostro parere asociali sono animate da un forte bisogno di autonomia; sicuramente, se abbiamo degli altri un’immagine “negativa” che offusca la loro umanità, sarà molto difficile creare una connessione con loro.

Personalmente, ho pensato più di una volta che il Governo è inqualificabile e l’opposizione inesistente. Ecco una possibile traduzione, attraverso i 4 punti della comunicazione nonviolenta:

  1. Osservazione: Quando leggo, nel Rapporto annuale Istat sulla situazione del Paese, che quasi 15 milioni di persone, in Italia, sono a rischio di povertà o esclusione
  2. Sentimenti: mi sento frustrata e triste
  3. Bisogni: perché i miei bisogni di giustizia, solidarietà, efficacia e fiducia (che qualcosa possa cambiare) non sono soddisfatti.
  4. Richiesta: Chiedo a me stessa se sono disponibile a compiere azioni concrete come può essere anche scrivere un articolo sulla CNV, con l’intento di condividere con i lettori di Civicolab uno strumento che io uso con soddisfazione nella mia vita quotidiana; questo perché ritengo che contenga una grande potenziale ricchezza ai fini della soddisfazione dei bisogni, appunto, di giustizia, onestà ed efficacia.

Anna Costa

Per chi vuole approfondire :

Vilma Costetti: “Potere con….”, Esserci Edizioni; Marshall Rosenberg, a cura di Vilma Costetti: “Comunicazione & potere”, Esserci Edizioni; Marshall Rosenberg: “Le parole sono finestre” e “Muri”, Esserci Edizioni; Carl Rogers: “Un modo di essere”, Psycho

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