Conservare è meglio che decidere?
Rinnovamento o conservazione? Ovvero cosa cambiare e cosa mantenere? È un dilemma che si ripropone di continuo. Una volta la destra era sinonimo di conservazione e la sinistra di innovazione. Oggi le carte si sono mescolate e la sinistra (quella che non guarda al centro per capirsi) con le sue espressioni politiche e le sue basi sociali è poco credibile quando progetta il cambiamento, ma è molto concreta quando difende lo status quo. Comprensibile reazione difensiva di chi subisce i colpi della storia.
D’altra parte anche chi diffida di tutto e crede solo nella sfiducia come il vasto mondo del precariato o anche chi si riconosce nel M5S preferisce conservare quel poco che si è conquistato anche se senza futuro, anche se inefficiente. I cambiamenti che vengono proposti sono sempre poco realistici quasi invenzioni di fantasy (vedi la riforma della Rai del M5S) e così è gioco facile accusare tutti e frenare su tutto.
Esempi se ne potrebbero fare tanti, ma quello della scuola è quello più attuale. Il confronto in Parlamento e la trattativa con i sindacati (insieme alle proteste) stanno portando cambiamenti al progetto iniziale del governo. Si tenta di rimettere ordine nel caos della scuola pubblica per metterla in condizione di assolvere alla sua missione. Ma invertendo la tendenza a tagliare le risorse che durava da molti anni che non cosa da poco.
Senza tirare in ballo la minoranza del Pd che cerca tutte le occasioni per fare la battaglia a Renzi interessante è la posizione dell’ex premier Enrico Letta il quale invoca la gradualità cioè consiglia di rinviare le decisioni che è la pratica del chiacchiericcio inconcludente al quale siamo stati abituati da innumerevoli esempi del passato. E la situazione attuale è direttamente figlia di quello stile di governo.
Insomma, cosa c’è di così difficile in questa riforma della scuola che non possa essere trovato nel corso di quest’esame parlamentare? Quali soluzioni mai bisognerà escogitare che richiedono più tempo in un percorso iniziato a settembre del 2014?
No così non si arriva mai a nulla e l’anima conservatrice che domina il sistema Italia rischia di trionfare sempre
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