Consob e Autorità per l’energia: politica assente e problemi per il Paese (di Claudio Lombardi)
Nei giorni scorsi uno studio della Confartigianato ha messo a confronto i costi dell’energia elettrica in Italia con quelli praticati negli altri paesi europei e ciò che si è evidenziato non è stata una novità bensì la conferma di un dato già conosciuto: prezzi italiani ben sopra della media europea e elevata incidenza della componente fiscale.
Da più parti si invoca l’attribuzione della regolazione dei servizi idrici all’Autorità per l’energia e il gas perché si avverte una lacuna in un settore che riguarda un servizio essenziale per la vita delle persone e per le attività economiche. Tra l’altro dal 1° gennaio partirà (salvo auspicabili moratorie e ripensamenti dato il referendum sulla riforma che si dovrà svolgere il prossimo anno) l’attuazione delle norme sulle gare per i servizi locali e sulla riduzione delle partecipazioni pubbliche con ingresso obbligatorio di imprenditori privati.
Su un altro versante il mercato finanziario e borsistico è causa di grande preoccupazione per milioni di piccoli risparmiatori che già hanno pagato a caro prezzo la crisi scatenata dagli speculatori e che oggi sono preoccupati per quanto accade ogni giorno in una Borsa che riflette l’andamento dell’economia con la prevalenza, quindi, del segno meno. In questa situazione si avverte maggiormente l’esigenza di una affidabile e autorevole attività di controllo che, nel nostro ordinamento, è affidata alla Consob.
Purtroppo sia l’Autorità per l’energia che la Consob non preoccupano molto il Governo che, distratto da ben altri problemi (quali?), non si è accorto che manca il Presidente della Consob dal 1° luglio di quest’anno (più un altro membro dei cinque previsti dalla legge) e che il prossimo 14 dicembre decadranno i due membri superstiti dell’Autorità per l’energia. Erano tre, poi una legge del 2004 ha stabilito che dovessero essere cinque, ma non ci si è mai arrivati essendo rimasti, da allora, soltanto in due. Nessun problema, però, per il Governo cui spetta di proporre i componenti e che, finora, ha lasciato correre disinteressandosi ad una questione così “marginale”. Tanto, si sa, l’energia non è un problema serio per l’Italia e nemmeno il controllo e la disciplina dei mercati finanziari con milioni di piccoli risparmiatori coinvolti lo è; quindi, le nomine, si possono anche rimandare. E poi le Autorità funzionano lo stesso, qualcuno potrebbe dire. Ovvio, come un aereo che ha due motori, ma va avanti con uno solo; finché funziona mica precipita. Evidentemente ci sono problemi ben più seri che occupano i nostri uomini di Governo; per sapere quali basta scorrere le prime pagine dei giornali…
Però non tutti la pensano così e, infatti, da quello che si legge sui giornali gli imprenditori e gli artigiani, attraverso le loro organizzazioni di categoria, accusano il Governo di non fare abbastanza per contrastare la crisi economica che dura ormai da tre anni.
La stessa accusa viene dai sindacati dei lavoratori che denunciano l’assenza di provvedimenti che aiutino a non perdere il lavoro o a trovarne un altro. Insomma da tutte le parti il Governo viene accusato di non fare abbastanza per l’economia e per i lavoratori.
Allora perché il Governo è tanto occupato da non riuscire a garantire le condizioni ottimali per il funzionamento di Autorità indispensabili per la regolazione di settori cruciali per la vita economica, per i problemi delle aziende e per la tutela degli interessi dei cittadini?
Come mai tanto menefreghismo in un Paese che avrebbe bisogno di decisioni rapide e incisive e, magari, anche di buoni esempi da parte della politica? Dobbiamo, forse, dare per scontato ed accettare che i politici siano sempre troppo occupati nella lotta per il potere? Purtroppo ci hanno fatto credere che questa è la loro funzione e tanti non si scandalizzano nell’assistere alla quotidiana guerra verbale e a comportamenti reali di alcuni che sono semplicemente indecenti.
Noi siamo convinti che non è questo il ruolo della politica e che i politici dovrebbero occuparsi dell’interesse generale e degli affari pubblici non di quelli loro. Inoltre, nel caso delle nomine Consob e Autorità per l’energia, la questione è ancora più scandalosa, perché i posti in questione corrispondono a ruoli tecnici e di alta amministrazione, ad organismi che non dovrebbero essere coinvolti nel mercato dei politicanti. Qualcuno nel Governo lo capisce o dobbiamo pensare che la degenerazione è diventata irreparabile? Perché il Presidente del Consiglio non porta in Consiglio dei ministri le proposte per le nomine Consob e AEEG? Non ci si rende conto che questi ritardi rischiano di creare disordine e instabilità in settori importanti e delicati per l’economia e per tutti i cittadini? È troppo chiedere che i politici tutti e chi ha responsabilità di Governo, in particolare, adempiano ai loro compiti con cura e responsabilità? Speriamo che gli elettori, quando saranno chiamati a dare il loro voto, si ricordino di questo modo di governare che non è né di destra né di sinistra: è solo quello di chi non ha capito cosa vuol dire governare un Paese che dovrebbe stare nella parte più avanzata dell’Europa.
Claudio Lombardi
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