Conte e il M5s: il riscatto della carta bollata

Quando ero piccola mio zio mi portava a sentire “carta bollata”, un signore che per ogni ingiustizia, ogni disservizio dell’amministrazione comunale prendeva carta e penna e formalizzava un’istanza.

Prima di depositare la sua istanza “su carta bollata” improvvisava un comizio nella piazzetta del Paese per spiegare le sue ragioni. Saliva su un trespolo di fortuna e gridava le sue ragioni. In paese tutti lo chiamavano “Carta Bollata”.

A me il sig. Carta Bollata sembrava un gigante.

Mi è tornato alla memoria dopo tanti decenni quando ho sentito Giuseppe Conte affermare che la sua leadership, il suo essere rappresentante del Movimento 5 Stelle (partito di maggioranza in Parlamento) non nasce dalla carta bollata ma da un legame valoriale……

A me il sig. Giuseppe Conte non è sembrato un gigante.

Per fortuna echeggia ancora il discorso di un altro signore, Sergio Mattarella, che solo pochi giorni fa nel suo discorso di insediamento richiamava l’attenzione sulla fatica della democrazia e sull’importanza della partecipazione dei cittadini nella vita sociale e politica che passa anche attraverso il coinvolgimento democratico nelle organizzazioni partitiche. E’ un concetto vintage? Forse, eppure è stato molto applaudito dall’intero Parlamento.

“La qualità stessa e il prestigio della rappresentanza dipendono, in misura non marginale, dalla capacità dei partiti di esprimere ciò che emerge nei diversi ambiti della vita economica e sociale, di favorire la partecipazione, di allenare al confronto.

I partiti sono chiamati a rispondere alle domande di apertura che provengono dai cittadini e dalle forze sociali.

Senza partiti coinvolgenti, così come senza corpi sociali intermedi, il cittadino si scopre solo e più indifeso. Deve poter far affidamento sulla politica come modalità civile per esprimere le proprie idee e, insieme, la propria appartenenza alla Repubblica” (cit. Sergio Mattarella 3/02/2022).

Mi chiedo allora: com’ è possibile bypassare tutto questo e far riferimento ad una rappresentanza che prescinde dalla partecipazione democratica degli elettori, in questo caso degli aderenti al M5S? Definire carte bollate le procedure di garanzia ed i contrappesi (da parte poi di chi ricorda di essere un uomo di diritto), mi pare un disperato ultimo appello ad un populismo da Papeete cha ha già fatto troppi danni. Il disprezzo per le faticose e a volte complicate procedure di coinvolgimento, ascolto e partecipazione dei cittadini è un brutto segno dei nostri tempi. Siamo una società complessa e cerchiamo soluzioni semplici per tutto, eppure il mondo della tecnologia che ci pervade ci insegna che quanto più è intuitiva un’app tanto più complesso è il sistema operativo sotteso al quale qualcuno ha faticosamente e intelligentemente lavorato.

Rivalutiamo allora la carta bollata se è sinonimo di legalità, giustizia, garanzia di equità e di partecipazione. Per il mio sig. Carta Bollata era così, però non era un professore universitario era un contadino che raccoglieva le olive.

Liliana Ciccarelli

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