Crisi e politica: chiarirsi le idee e ripartire (di Claudio Lombardi)
Dopo le elezioni è il tema del giorno: formare un governo, avviare il lavoro del Parlamento. Le istituzioni che decidono e governano sono la vita stessa di una collettività e pensare di farne a meno è da idioti irresponsabili.
La crisi finanziaria ed economica è ormai diventata pesante e mette a rischio la vita di milioni di persone. 3 milioni di disoccupati, il precariato, i redditi in calo che, secondo la Banca d’Italia, non bastano più al 65% delle famiglie, migliaia di imprese che chiudono, lo Stato che non ha più i soldi per mantenere i servizi e per pagare i fornitori. Il quadro è drammatico e non consente distrazioni e divagazioni.
Intanto diciamo basta a divagazioni insensate. Bisogna farsene una ragione: non siamo soli nel deserto, siamo in Europa e siamo legati ad altri stati. Chi ha perso molto tempo a divagare di ipotetiche uscite dall’euro stava solo fantasticando in un suo immaginario Risiko. Dall’euro e dall’Europa non possiamo uscire sia perché pagheremmo un prezzo altissimo che porterebbe la miseria per milioni di persone, sia perché non ci sarebbe più alcun futuro in un mondo abitato da potenze economiche continentali.
Occorrono invece subito provvedimenti forti che mettano in circolazione soldi per alimentare le attività economiche e l’Europa deve aiutarci a farlo.
-. 100 miliardi di euro di debiti dello Stato verso le imprese sono un attentato alla stabilità e bisogna imporre una via d’uscita all’Europa che deve accettare l’emissione di titoli del debito pubblico dedicati a questa missione perché è chiaro che senza quei soldi le imprese vanno in crisi e licenziano.
-. Chiusura o sospensione dei progetti di grandi opere che non servono in questi anni. La TAV può aspettare decenni, ma non i lavori pubblici per sistemare il territorio e per non far crollare le scuole in testa ad insegnanti e studenti.
-. Cambiare il patto di stabilità interno che impedisce ai comuni di spendere i soldi che hanno in cassa.
-. Un reddito di sostegno per chi non ha lavoro.
-. Ridurre il carico fiscale per le imprese che assumono.
Misure urgenti ci vogliono per ripulire le amministrazioni pubbliche nelle quali tanti anni di malgoverno hanno lasciato campo libero ad una burocrazia autoreferenziale capitanata da dirigenti che hanno contrattato con la politica privilegi, stipendi e poteri esagerati.
Altre misure urgenti per tagliare i famosi costi della politica che ancora si annidano in tanti bilanci istituzionali e in norme che non sono state cambiate radicalmente.
Combattere la corruzione che taglia le gambe agli onesti e ruba risorse agli italiani.
Insomma c’è da avviare un’azione di governo seria e con aspetti di radicalità democratica. Gli interessi colpiti da questa azione non staranno a guardare inerti e, forse, l’incendio di Napoli è un avviso da non sottovalutare. Lasciamo alle forze politiche il tempo necessario per discutere, riflettere e sondare le reciproche intenzioni. Poi, però, devono muoversi e agire. A noi cittadini non interessa che ognuno difenda gelosamente la propria identità. Nel momento in cui si prendono in mano le istituzioni ci si assume una responsabilità verso tutti. L’unica discriminante è l’onestà e la pulizia. Chi è coinvolto in accuse gravissime come la corruzione di senatori (o tante altre che circolano da anni) non serve all’Italia anche se ha preso molti voti. Oggi più di ieri non si può chiudere un occhio facendo finta che non sia accaduto nulla e che la politica può lavare tutte le fedine penali. Oggi deve iniziare un’altra storia.
Claudio Lombardi
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