Dalla Sicilia una conferma: una vecchia politica scade e la nuova non nasce ancora (di Claudio Lombardi)
Le elezioni siciliane sono finite come sanno tutti e un commento si impone a prescindere dal o dai vincitori. Per chi ha a cuore le sorti della democrazia è importante, anzi, è essenziale riflettere molto sulla percentuale di votanti. Meno della metà degli elettori hanno esercitato il loro diritto di scelta rinunciando a dire col voto chi deve essere investito dei poteri che la democrazia da’ a chi viene eletto. Tra quelli che non hanno votato quasi tutti non hanno alcun potere e rinunciano pure alla possibilità di scegliere chi dovrà esercitarlo in nome di tutti.
Un Presidente eletto da nemmeno il 15% degli elettori ha una legittimazione formale, ma quella vera se la deve conquistare a meno che non voglia dominare i cittadini trattandoli da sudditi.
La resistenza al cambiamento è forte e riflette quella diffusa nella società. I partiti che si sono presentati al voto, con la sola esclusione del M5S e, forse, di quelli che si collocano a sinistra del Pd, hanno dato la vecchia immagine di una politica come affare che riguarda chi di politica ci vive. Ecco quindi la concentrazione sulle formule e l’alchimia delle alleanze che non dicono più nulla alla maggioranza dei cittadini, ma che significano molto per chi ha di mira la sua carriera e, perché no, i suoi affari.
Ciò che i cittadini avvertono è che i loro problemi troppe volte sono stati un pretesto per la competizione fra i partiti, non il fine cui tendono quelli che si presentano come professionisti della politica. Anche la rabbia e l’insoddisfazione che stanno alla base dell’astensionismo hanno un ruolo essenziale perché sono il serbatoio a cui tanti politici attingono per sminuire le proprie responsabilità e per promettere le grandi trasformazioni che non si realizzano mai. È lo stesso meccanismo degli aiuti allo sviluppo del Mezzogiorno che sono la rendita di posizione di cui godono classi dirigenti assolutamente screditate in cerca di una legittimazione per spartirsi le risorse pubbliche e per pompare sempre nuovi fondi dallo Stato e dall’Europa.
I cittadini, però, non sono angeli, sono anche corresponsabili delle degenerazioni e delle deformazioni della politica e della democrazia perché stanno nello stesso brodo di coltura che produce i politici ladri, mafiosi e corrotti. Quindi devono crescere, fare lo sforzo di assumere un punto di vista che metta al centro l’interesse della collettività e la legalità, accettare il ruolo dello Stato e dar forza a nuove formazioni politiche che esprimano la costruzione di una nuova classe dirigente. Non devono più farsi prendere in giro da gente che ha stradimostrato di non avere a cuore la soluzione dei problemi, ma non devono nemmeno sentirsi vittime innocenti pronte per essere convinte a suon di promesse indecenti o di inammissibili favori. I cittadini devono capire che i loro problemi si risolvono dentro un sistema di regole che poggia su finalità selezionate e definite con la politica che non è il feudo di Tizio o Sempronio, ma un processo collettivo di partecipazione democratica. Perché o è così o è lo sfascio.
Per questo ben venga anche l’affermazione del M5S, ma, meglio ancora, ben vengano nuovi movimenti in grado di riportare i cittadini alla politica e, quindi, anche alle urne. Movimenti di partecipazione civica perché è da questa dimensione che inizia la politica, ma movimenti dotati di una bussola con la quale orientarsi fatta di valori e criteri di giudizio del mondo e delle relazioni fra le persone.
Quali? Tanto per avere un’idea si potrebbe rileggere la prima parte della Costituzione. Già quello è un buon punto di partenza.
Claudio Lombardi
approccio giusto e purtroppo è un’amara verità che la stragrande maggioranza ha rinunciato ad un suo diritto per continuare a subire le angherie dei governanti mentre avrebbe potuto agire diversamente. Trovo inesatto dire “con la sola esclusione del M5S ” perché c’erano anche altre forze civiche alternative che ahimé non sono riuscite a convergere su un unico progetto. Sono curioso di vedere come organizzeranno la maggioranza e la durata di questa amministrazione.