Di naufragio in naufragio

Il via vai di barconi nel Mediterraneo lascia una scia di morti che ormai sono diventati un peso intollerabile. La situazione della sponda sud, quella africana, è tale che si rischia un esodo di centinaia di migliaia di disperati. Se li lasciamo nelle mani della criminalità che organizza i viaggi il massacro sarà cosa certa. Ma anche se continuiamo con l’operazione “Mare nostrum” non riusciremo ad evitarlo perché l’Italia da sola non ce la può fare e non è giusto chiederle di farsi carico del dramma di interi popoli.

Non è giusto, non ha senso ed è anche pericoloso. Oltre un certo limite si rischia il rifiuto della pietà anche da parte di chi vorrebbe aiutare, ma si sente sotto assedio e non sa più come far fronte ad un fenomeno che un singolo paese non può affrontare ed ancor meno possono affrontare i nostri territori.

Se la risposta all’insostenibilità della situazione è la retorica fondata sull’appello ai buoni valori si rischia di scatenare una reazione contraria molto pericolosa.

Ormai tutti dicono che l’unica risposta è un intervento dell’Unione europea che prenda in mano la gestione della fuga dalle guerre, dalle persecuzioni e dalla fame. Senza questo intervento le reprimende sui nostri doveri morali di accoglienza rischiano di essere inutili manifestazioni di buona volontà senza collegamento con la vita reale.

Il governo italiano deve convincere gli altri stati che o si fa così o si dovrà proclamare che loro sono i responsabili della strage dei migranti e che l’Italia da sola si sta facendo carico di una migrazione di massa che vale più dello 0,3% del deficit rispetto al Pil che tanto preoccupa gli ottusi vertici europei. Renzi ha già iniziato a dirlo a voce alta, ora non deve mollare

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