È finita la pace per l’Europa

La morte di Navalny è solo una conferma: in Russia non c’è democrazia e non c’è libertà. Come in tutte le dittature i cittadini sono sudditi che possono elemosinare, implorare o vendersi, ma non sono liberi e non hanno diritti. La maggior parte dell’umanità vive così, ma non tutti gli stati sono potenze nucleari e ricorrono alla guerra per conquistare altri territori come la Russia di Putin fa da molti anni. Il progetto imperiale russo è diretto contro l’Europa. La posta in gioco in Ucraina è questa. Molti non riescono ad accettare questa verità: della Russia non possiamo essere amici. Putin ha investito molto per crearsi una base di consenso in Europa e questo gli ha permesso di mettere alla prova la resistenza dei paesi europei rivelandone l’enorme fragilità.

Siamo ad una svolta della storia e l’Europa non lo ha capito. Si è cullata per decenni nelle sue illusioni e oggi è tardi per diventare una potenza politica in grado di farsi rispettare almeno dai vicini della sponda sud e dalla Russia che, invece, si è installata in Africa, in Siria e nell’ex Libia. Per avere qualche speranza dovrebbe poter contare sulla protezione degli Usa (ma Trump è contrario) e imboccare immediatamente la via di un federalismo europeo basato su politica estera e di difesa oltre che industriale. Purtroppo l’Unione è incagliata da decenni nel mercanteggiamento degli interessi nazionali e i suoi tempi sono drammaticamente in ritardo sugli eventi

17 febbraio 2024

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