E se avessimo parametri europei flessibili?

Invece di impiccarci a parametri restrittivi su deficit, rapporto debito/Pil e pareggio strutturale di bilancio nati quasi 25 anni fa è così assurdo pensare a fasce di oscillazione legate al ciclo economico e alle diverse situazioni nazionali? Il principio è che la base della moneta sono le economie nazionali e, se queste vanno male, è inutile bastonarle ancora: andranno sempre più male. Che poi è proprio quello che sta accadendo da anni.

Esempio: l’Italia ha bisogno per un po’ di arrivare al 5% del deficit perché l’economia ristagna. La BCE insieme ad una istituzione dell’eurogruppo certifica che è così, ma non c’è bisogno di autorizzazione. Lo sforamento ovviamente produce nuovo debito, ma l’obiettivo è riattivare il ciclo economico e al termine dell’operazione si dovrebbe vedere una nuova dimensione del Pil e, quindi, anche un abbassamento di tutti i parametri.

Certo, se al comando ci sono degli incapaci e se il sistema di potere è fondato sullo spreco e sulla corruzione i risultati saranno disastrosi, ma questa è la patologia non la normalità.

Importante è che ci siano delle fasce di oscillazione più ampie di quelle attuali (3%, 60%, 0,5%) ormai inadeguate e in grado di permettere operazioni di rilancio dell’economia che oggi sono impossibili. Il tutto dovrebbe coordinarsi con la creazione di un debito europeo che potrebbe essere una percentuale di quello nazionale

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