Gaza: vittime, missili e i conti che non tornano

L’ultimo lancio di missili da Gaza risale al 23 Marzo scorso quando 3 Qassam (modello antiquato) sono stati lanciati dalla zona di Rafah dove si sono asserragliate le ultime unità superstiti di Hamas. Le milizie di Sinwar hanno esaurito la forza propulsiva e soprattutto le munizioni accumulate.

Il 7 Ottobre 2023 i razzi verso Israele erano stati 5000, un numero tale da sovraccaricare l’Iron Dome, ovvero il sistema di difesa israeliano che li intercetta. Da allora si sono contati circa 107.000 lanci (avete letto bene) di cui 2300 effettuati dagli Hezbollah operativi in Libano nell’estremo sud tra Yarine e Ramyen. Questa pioggia di razzi ha causato 250 vittime nelle città e nei kibbutz israeliani.

Dall’inizio della guerra l’IDF ha neutralizzato 700 postazioni di lancio e depositi concentrati a nord della striscia di Gaza, a Beit Lahia e a Jabalua.

I siti erano disseminati soprattutto nelle moschee, negli ospedali e nelle scuole di Gaza. La progressione dei lanci nei primi giorni di guerra è stata incredibile con 29.000 lanci tra il 7 Ottobre e il 31 Ottobre. Una pioggia di fuoco alimentata dalle riserve custodite nei tunnel della Striscia in un reticolo su più livelli che ha lasciato basiti i militari dell’IDF per la vastità e la complessità dei cubicoli su cui si sono investite una quantità di risorse impressionante.

La strategia di Hamas era precisa:

  1. Imprimere un colpo mortale a israele
  2. Costringere Israele a reagire
  3. Annichilire l’Iron Dome con una quantità tale di missili da renderlo incapace di distruggerli tutti
  4. Invocare la Jihad e la sollevazione dei paesi musulmani (sunniti e sciti senza distinzione) dopo la reazione Israeliana con i primi bombardamenti delle rampe di lancio posizionate nei luoghi più efficaci allo scopo di esibire corpi di civili martoriati. Queste sollevazioni dovevano verificarsi dopo il 26 Ottobre data dell’ingresso degli israeliani a Gaza dopo 3 settimane di apparente mancanza di reazione.
  5. Il tutto tenendo sotto scacco il governo israeliano con lo scudo degli ostaggi

I punti 3 e 4 non sono riusciti, la sollevazione in armi non si è realizzata, del resto o riusciva nel primo mese oppure non ci sarebbe stata.

Oggi le forze di Hamas si sono decisamente assottigliate. Secondo un report pubblicato dal Middle East Media Research Institute (MEMRI), intitolato “Les armes et les unités des Brigades Izz al-Din al-Qassam”, il braccio armato di Hamas contava fino all’estate 2023 su una forza  di 30.000 uomini, distribuiti in sei reggimenti composti da cinque battaglioni ciascuno. A Rafah, nei tunnel ancora non raggiunti dall’IDF, si sono asserragliati circa 12 battaglioni (secondo una stima del MEMRI) composti da personaggi della riserva poco addestrati. Quelli meglio addestrati (3° Reggimento guidato da Mohammed Deif) sono stati decimati tra Novembre e Dicembre nei primi combattimenti a Nord di Gaza dove erano concentrate le postazioni missilistiche più letali e prossime agli obiettivi sensibili in Israele.

Quando si contano i caduti causati dai bombardamenti e dalle azioni dell’IDF, il ministero della sanità della Striscia di Gaza (emanazione diretta di Hamas) enumera i caduti senza distinzione tra civili e militari.

Ad oggi dichiarano 32.000 caduti che vengono percepiti dalla pubblica opinione occidentale  come vittime civili e innocenti. Peccato che la guerra (non da oggi) si faccia anche con le informazioni e con i numeri. Facciamo due conti.

Hamas non ha mai comunicato il numero dei suoi miliziani caduti e il Ministero della Sanità si guarda bene dal distinguere tra chi imbraccia un kalashnikov o brandeggia un Qassam, da chi è un inerme vittima collaterale. Sappiamo solo che mancano all’appello 18 battaglioni di Hamas (ogni battaglione cuba 1000 militari circa). Pertanto supposto che 32.000* siano le vittime effettive, oltre il 55% sono miliziani inquadrati sotto le bandiere di Hamas.

*Circa le cifre comunicate dal Ministero della Sanità di Hamas vale la pena di ricordare l’episodio del 19 Ottobre 2023 alle ore 18:59, quello del missile attribuito a Israele che centra l’ospedale di Ahli Arab, causando 500 morti e un numero imprecisato di feriti, secondo le prime notizie diffuse proprio dal Ministero della Salute. Ventiquattro ore dopo prima e unica rettifica del Ministero della Salute : 471 morti !

Due giorni dopo venne appurato che si trattava di un razzo palestinese sfuggito al controllo di un miliziano della Jihad islamica, che aveva centrato il parcheggio dell’ospedale, causando 25 morti e 35 feriti, oltre a 2 auto danneggiate e un furgone carbonizzato. Il tutto rientrava nella logica per una testata da 5kg rudimentale e senza esplosivi sofisticati in dotazione, oltre che per la misura del cratere formatosi.

Giulio Galetti (tratto da facebook)

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