Giorgia Meloni e l’evasione fiscale

Un mito si aggira per l’Italia da decenni, ed è quello che, nella lotta all’evasione fiscale, sia necessario concentrarsi sulla grande evasione. Per usare le parole della Presidente del Consiglio: “La lotta all’evasione fiscale si fa dove sta davvero l’evasione, Big Companies, Banche, non sul piccolo commerciante a cui chiedi il pizzo di Stato“(https://tinyurl.com/yf7emwaz). Ma è vero che l’evasione stia lì “davvero”?

Andiamo un po’ sul dettaglio. Dove si nasconda l’evasione lo sappiamo benissimo, Istat fornisce ogni anno le stime del peso dell’economia sommersa e illegale (là dove con illegale si intende mafia e similari, cioè economia criminale vera e propria). Nell’ultimo rapporto, uscito a ottobre 2022 (https://tinyurl.com/yta5z83u ), ci sono le stime riferite al 2020, anno un po’ balordo, dal punto di vista statistico e non solo, perché la pandemia ha fatto crollare l’ attività economica, e con essa anche l’economia sommersa. Per avere dati un po’ più solidi e meno inficiati dal Covid, quindi, ho preso i dati del 2019 (li trovate nella tabella linkata dalla pagina Istat). Il risultato è nel grafico, nel quale ho considerato solo il sommerso, cioè l’evasione varia ed eventuale. Le mafie e l’illegale, in genere, “pesano” un decimo del sommerso.

In totale (è il primo valore in alto), il sommerso vale l’11,4% dell’intera economia (l’illegale, non nel grafico, circa l’1%), ed è dato dalla somma di un 5,6% di sottodichiarazione (cioè non emetto fattura, scontrino o altro), da un 4,8% di lavoro nero (tutto o in parte, e quindi senza versamento corrispondente di contributi) e un residuo di altre manchevolezze. Questo 11,4%, però, è un valore medio che, come si vede, differisce molto da settore a settore. Dove è maggiore?

Il dato più rilevante è quello degli altri servizi alle persone che comprende Colf e badanti. Qui l’evasione è più di un terzo del dichiarato, tra lavoro nero e mancata dichiarazione. Poi il commercio e ristorazione, con un bel 21% di sommerso; seguono le costruzioni, che comprendono sia il tirar su un palazzo, sia lavori di ristrutturazione in appartamento.

E Banche e Big companies, quelle che “davvero” evadono, dove sono?

Le Banche stanno in quel calderone chiamato Altri servizi per le imprese che comprende Banche, Assicurazioni ma anche software, vigilanza, pulizia. Questo calderone, come si vede, non spicca per irregolarità, visto che è poco più del 5% (ricordo che arrivare allo zero percento è impossibile, anche in Lussemburgo e in Svizzera qualcosa si evade). E le Big companies, le grandi imprese? In generale, le grandi imprese, che sono nella produzione di beni di investimento e intermedi, nell’energia nelle utilities, sono nella parte bassa del grafico, sono cioè in settori che meno fanno ricorso al sommerso. E la ragione mica è tanto recondita o esoterica, peraltro.

Chi ha un minimo (ma minimo, eh!) di esperienza lavorativa sa che, più un’impresa è grande, bancaria o industriale che sia, maggiori sono i controlli. Interni, innanzitutto, perché se una grande impresa viene pescata a evadere subisce un danno reputazionale che la metà basta e avanza, e ogni grande impresa cerca di premunirsi con audit interni. Ma, anche ammesso che questi controlli facciano cilecca, ci pensano i controlli esterni, che vanno dalla Guardia di Finanza alle società di revisione a, infine, gli stessi lavoratori. Se una grande impresa X utilizzasse lavoro nero, infatti, il lavoratore in nero avrebbe tutto l’interesse a rivolgersi ad un sindacato, se non direttamente al tribunale, perché sa che potrebbe intentare causa molto remunerativa. E’ nelle piccole e microimprese che questo non succede, perché il lavoratore ha meno difese e tutele.

La scomoda verità, è che in Italia l’evasione è di massa, e questa è una realtà decisamente scabrosa, perché, essendo di massa, vuol dire che molti voti sono voti di evasori. Ecco quindi che salta fuori il populista: combattere sì l’ evasione, ma la GRANDE evasione, e strizzare l’occhio alla piccola, commercianti, ristoratori, tassisti e via andando che, magari, potrebbero votare per me. Le tasse? Pizzo di Stato, e se diciamo che è meritorio non piegarsi al pizzo mafioso, implicitamente, chiamando pizzo le tasse, ego te absolvo se poi evadi.

Dopodiché, con questa brillantissima impostazione, si ottengono in genere un paio di pessimi risultati. Il primo è che, dando una specie di lasciapassare morale ai piccoli evasori, si finisce per incentivarli e rischiamo, tra qualche anno, di rileggere quel grafico e scoprire con raccapriccio che alcune colonne si sono spostate a destra, vale a dire che aumenta il peso del sommerso nell’economia. La seconda è che, andando alla ricerca della pentola d’oro sotto l’arcobaleno, cioè della GRANDE evasione, si finisca per trovarne poca o punto, con magrissimo sollievo per le casse dello Stato.

Pessimi risultati, ma voti in più. Vuoi mettere?

Jack Daniel (tratto da facebook)

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