I migranti e la vergogna
In questi giorni la parola “vergogna” è quella più usata per commentare l’ennesimo naufragio di barconi carichi di migranti. Chi dovrebbe vergognarsi secondo i media e i commentatori? L’Italia e l’Europa. Alcuni, come Il Manifesto, arrivano a parlare di “guerra nostra” contro i migranti. Ma come? Con “Mare nostrum” abbiamo salvato oltre 100mila persone andando a raccoglierle persino al largo della Libia; in Europa vivono e si sono integrate milioni di persone e chi arriva qui gode da subito di diritti e di prestazioni sociali ignote nei paesi di origine; noi europei siamo gli unici che hanno fatto qualcosa di concreto per i disperati in fuga dalla fame e dalle guerre. Le altre culture, quelle che tanto hanno affascinato gli intellettuali e una parte dell’opinione pubblica e che ci hanno spinto a “magnificarne” la diversità, le altre società, gli altri governi non hanno mai fatto nulla per soccorrere la loro stessa gente.
Dovremmo essere orgogliosi di questo e invece ci dite che dobbiamo vergognarci? Noi, non gli stati e le bande che tollerano e sfruttano il traffico di esseri umani. I maestri di morale sono sempre molto indulgenti con i carnefici…
Prendiamo atto che appartiene alla nostra cultura affrontare fenomeni come le migrazioni, le guerre, la fame con un approccio di tipo morale nel quale noi – italiani, europei, occidentali – siamo ritenuti responsabili per qualunque tragedia colpisca una parte dell’umanità: responsabili diretti sia per un passato fatto di conquiste coloniali e di guerre (come se l’umanità vivesse nell’Eden primigenio prima del contatto con noi), sia perché si ritiene che noi abbiamo il dovere di intervenire sempre e che il nostro intervento possa essere risolutore.
Prendete la tragedia di questi giorni. Dei delinquenti spingono in mare a botte centinaia di persone su gommoni con motori insufficienti, con poco carburante e con il mare in tempesta. Praticamente un omicidio di massa. Con chi se la prendono i media? Con l’Italia invitando tutti noi a vergognarci.
Cosa dovremmo fare secondo questi commentatori? Mandare le nostre navi e i nostri aerei a pattugliare il Mediterraneo per raccogliere tutti quelli che le bande di trafficanti in combutta con interi stati più o meno canaglia, gettano in mare. E, se per caso, qualche barca ci sfugge e fa naufragio la colpa è comunque nostra.
Ora, questo modo di ragionare può andar bene per chi vuole descrivere in maniera romanzata la realtà ricavandone pezzi di letteratura carichi di patos e dando lezioni di morale a tutti, non per chi la deve e la vuole affrontare razionalmente. Chiunque capisce che noi non possiamo farci carico di tutti i drammi dell’umanità perché noi occidentali non siamo Dio e non teniamo nelle nostre mani le sorti del mondo. Possiamo, invece, usare gli strumenti a nostra disposizione e il primo è la politica cioè la capacità di esaminare i problemi e individuare le soluzioni.
La migrazione di milioni di persone dall’Africa al mondo occidentale va affrontata con la politica e con molta razionalità. Proprio quella che manca da tanti anni in Italia e in Europa. Finora questo fenomeno è stato affrontato alla maniera della Bossi-Fini dichiarando tutti clandestini e lavandosene le mani (Salvini dov’era?). Oppure lasciando sola l’Italia a sopportare le conseguenze della fuga di massa dall’Africa. Ipocrisia e incapacità.
Abbiamo bisogno di politiche di accoglienza ancora più efficaci e di politiche di soccorso diverse dagli inutili salvataggi in mare. Ormai è chiaro che i migranti che hanno diritto all’asilo dobbiamo andare a prenderceli direttamente nelle terre da cui partono. Ma questa è politica non moralismo.
A chi ci invita a vergognarci direi di stare attento perché spingere sull’emotività e sull’irrazionalità per caricarci di colpe non nostre può portare al rifiuto dell’accoglienza e dei maestri di morale
Claudio Lombardi
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