Il cittadino napoletano e i rimborsi TARSU (di Fabio Pascapè)
L’immondizia invade le strade di Napoli. I cittadini esasperati chiedono l’intervento deciso e risolutivo delle Istituzioni.
Nel frattempo provano almeno (magra e contenuta soddisfazione) a recuperare parte dei soldi versati per la TARSU.
Il regolamento lo consentirebbe. Il condizionale è però d’obbligo.
Tutto è estremamente complicato. Alla faccia della semplificazione del linguaggio amministrativo i termini utilizzati sono tecnici: diffida, esaurimento della capacità ricettiva, situazioni emergenziali, saturazione degli impianti terminali, etc.
Teoricamente il cittadino dovrebbe potere fare tutto da solo. In realtà non è così.
La redazione di una diffida non riesce semplice a tutti e, soprattutto, a coloro i quali già si trovano in una situazione di disagio.
Le perplessità non finiscono qui. Ad esempio solo dopo trenta giorni di mancata rimozione dei rifiuti si acquisisce il diritto al rimborso del 60% della TARSU e, si badi bene, solo per il periodo di mancata rimozione.
Dunque, basta che il soggetto incaricato rimuova ogni 29 giorni i rifiuti per evitare problemi di rimborso.
Nel frattempo, sempre teoricamente, l’immondizia resta per strada e i cittadini devono tenersela in casa accumulando trenta sacchetti ed oltre??!!
Anche sotto il profilo della prova della mancata rimozione sorgono dubbi. Occorrono delle foto, dobbiamo chiamare un notaio? Mah!
Riguardo poi alla frequenza con cui la rimozione viene effettuata siamo veramente nel campo delle ipotesi.
Sui siti istituzionali (Comune di Napoli e ASIA spa) non è reperibile alcun dato a riguardo. Infine la beffa! Il rimborso si può ottenere, sempre che l’emergenza non sia legata alla saturazione degli impianti terminali di conferimento dei rifiuti solidi urbani. Vale a dire se le discariche sono piene non ti do il rimborso… ma io cittadino che c’entro? Le gestisco io le discariche?
Sulla scia di questo inquietante interrogativo vi consiglio la lettura delle avventuredisavventure di Donna Concetta alle prese con il rimborso TARSU che troverete nella sezione “Tema libero”. Storia più vera del vero, purtroppo.
Buona lettura
Fabio Pascapè Assemblea Territoriale Napolicentro Cittadinanzattiva
Mi preme ricordare che molta gente getta nei bidoni dei rifiuti indifferenziati tutti gli elettrodomestici ivi compresi:
*fili elettrici contenenti prezioso rame,*
*telefonini vecchi,*
*fotocamere digitali vecchie, *
*vecchi videoregistratori,*
play station
eccetera eccetera
e non li portano ai negozi rivenditori perché forse non hanno voglia di dedicare tempo al rispetto dell’ambiente! tutti questi elettrodomestici contengono materie prime preziose che in futuro scarseggeranno sempre più in quanto i paesi emergenti o sviluppati da poco come la Cina entrano in competizione con noi per l’approvvigionamento delle materie prime!
BIsognerebbe che a Torino l’AMIAT fornisse sia nelle pubbliche vie di fianco ai bidoni verdi sia ai condomini nei cortili i contenitori appositi come quelli del
vetro per la raccolta di materiale elettrico e elettronico, come fanno in CIna dove riciclano tutto!
HO PROPOSTO già diverse volte di costruire un dissociatore molecolare a Torino,
ma non so quanto possa essere importante…
Un’altra cosa importante sarebbe quella che fanno in GErmania e Paesi Bassi: nei supermercati restituiscono 25 centesimi per ogni bottiglia di plastica da 1-2 litri in buone condizioni riconsegnata nella appostia macchinetta.