Il clima, il maltempo, gli incendi e i cavi elettrici di Catania
Mettiamo un punto fermo: il cambiamento climatico è in corso. In Europa si è dato credito alla tesi prevalente nella comunità scientifica che indica come necessaria una drastica riduzione dell’immissione in atmosfera della CO2 derivante da attività umane. Da qui un percorso a tappe forzate con enormi cambiamenti economici e di stili di vita da realizzare in pochi anni. Su questa strategia c’è uno scontro politico in atto che qualcuno drammatizza con toni apocalittici che sembrano ricevere conferme dal forte maltempo di questi giorni.
Accettare questa impostazione impedisce di analizzare gli eventi e di distinguere le cause che li determinano. Incendi e trombe d’aria vengono messi nello stesso calderone dei cavi elettrici che si sciolgono sotto l’asfalto dell’aeroporto di Catania e dei viaggiatori stesi per terra in attesa di un volo. Ragioniamo: gli incendi sono causati dai piromani (da sempre); i cavi elettrici stesi sotto l’asfalto a sud delle Alpi dovrebbero resistere alle alte temperature così come resistono a ben altri livelli quelli che permettono il funzionamento dei motori delle automobili. Chi ragiona sa che ciò che colpisce l’opinione pubblica sono le centinaia di persone abbandonate senza assistenza in aeroporto. Chi ragiona sa anche che gli alberi nelle città andrebbero potati per resistere ai forti venti e alle trombe d’aria. In tutto ciò il cambiamento climatico non ha colpe. Meno agitazione farebbe bene a tutti
25 luglio 2023
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