Il fallimento strategico della Russia e l’arma dell’Occidente

Ormai la minaccia di una guerra nucleare sta diventando frequente nei discorsi della leadership russa. È un segno evidente che altre possibilità di influire sulle scelte di Europa e Usa non ce l’hanno. Guarda caso in Italia il movimento dei pacifisti di ogni colore è più che mai in subbuglio. Più la Russia si trova in difficoltà in Ucraina, più loro alzano la voce per chiedere che si smetta di inviare armi. Considerando che solo la resistenza ucraina (che ha colto di sorpresa persino gli Stati Uniti che, all’inizio dell’invasione, volevano portare Zelensky in salvo immaginando che in pochi giorni l’esercito russo avrebbe preso il potere a Kiev) con le armi fornite da Europa, Regno Unito e Stati Uniti ha salvato il paese da una conquista certa, smettere di inviare armi significa aiutare l’aggressore. Né più né meno.

Nulla di strano perché il mondo pacifista è quello preoccupatissimo che non si offenda Putin, ma non altrettanto dei massacri e delle distruzioni infami che vengono perpetrati ogni giorno dalle truppe russe. Sono coerenti: secondo loro gli ucraini dovevano arrendersi subito e servire i loro padroni; si sono ribellati e adesso vengono puniti. I pacifisti non dicono “giustamente” per pudore, ma lo pensano.

Dire mondo pacifista non copre però tutto il ventaglio delle posizioni di quelli che “tendono” verso la Russia forse mossi dalla paura che i violenti suscitano sempre nelle identità deboli o forse attaccati al gas che importiamo o alle esportazioni che sono sospese. Per molti non sarebbe interesse dell’Italia e dell’Europa una sconfitta militare della Russia e per evitarla è necessario separarsi dagli Stati Uniti.

Una strana idea di interesse nazionale ed europeo. Una Russia che si fa largo minacciando guerre nucleari e praticando guerre di conquista dovremmo averla come amico? E perché mai? Il futuro dell’Italia dovrebbe essere legato ad una potenza nucleare arretrata, corrotta, violenta, dittatoriale, inefficiente? Questo è l’interesse nazionale che hanno in testa Salvini e Conte? Sembra proprio di sì. D’altra parte Lega e M5s hanno vinto le elezioni nel 2018 con un programma nel quale al centro c’erano tre no: all’euro, all’Unione europea e alla Nato. Parola più parola meno di questo si trattava. Esattamente il programma putiniano di spezzare il fronte occidentale per legare a sé i paesi più deboli come era allora l’Italia. Quindi rinunciare al sistema occidentale per andare dietro ad uno stato autoritario comandato da una banda di ladri. Prendiamo atto che questa è la strategia degli amici di Putin italiani.

Ma torniamo sul piano internazionale e alla guerra.

Alla Russia tutto è stato concesso per molti anni. Kaliningrad è un territorio russo tra Polonia e Lituania. Uno scherzo della storia e un errore della Nato che ha permesso che rimanesse russo e che diventasse una fortezza militare armata di tanti missili nucleari. C’erano degli accordi che vietavano di schierare simili armi ai confini. La Nato li ha rispettati; la Russia no e adesso Kaliningrad è un deposito di armi dentro l’Europa e non confina nemmeno con lo stato al quale appartiene.

In questa situazione la Finlandia e la Svezia chiedono di aderire alla Nato e subito si levano le minacce di terza guerra mondiale. Il comportamento del governo russo è di pura prepotenza e di avventurismo. Ha invaso uno stato neutrale come l’Ucraina e adesso minaccia la guerra mondiale se altri stati neutrali cercano alleanze difensive. Soprattutto il governo russo cerca di nascondere una grande debolezza. La Russia ha il gas, il petrolio e le armi. Non ha altro. Non ha nemmeno il capitale umano visto che molti tra i più qualificati stanno trasferendosi all’estero.

Non si può ignorare che la Russia ha già perso la guerra scatenata contro l’Ucraina. Gli obiettivi strategici iniziali di Putin erano chiari: eliminare il gruppo dirigente ucraino, cancellare l’identità nazionale ucraina (nei territori conquistati lo stanno facendo), insediare un governo fantoccio, acquisire stabilmente l’Ucraina alla sfera di influenza russa, indebolire la Nato, spezzare il fronte occidentale separando l’Europa o almeno alcuni paesi più fragili (l’Italia) dagli Usa.

Ebbene nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto né lo sarà nel prossimo futuro. Per questo devono evocare ogni settimana la guerra mondiale per farsi ascoltare. Un disastro di enormi proporzioni che aumenterà quanto più si rafforzerà la resistenza ucraina.

Di sicuro il destino della Russia resterà cupo fino a che al vertice ci sarà una banda di cleptocrati organizzati come una mafia. I russi dovrebbero guardare all’Europa e all’Occidente come fanno tutti i popoli dei paesi più avanzati e anche quelli del terzo mondo appena si sollevano dalla povertà. L’Occidente ha una grande arma: la libertà. L’unico contesto che può permettere di sviluppare le capacità di ognuno mettendole alla prova liberamente. Nei regimi autoritari o dove domina un solo partito che tutto controlla non è possibile farlo. Bisogna prospettare ai russi un futuro migliore con la cooperazione internazionale e in una società libera

Claudio Lombardi

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