Il linguaggio della verità di Francesco e l’ipocrisia della destra (di Claudio Lombardi)
Una scelta importante: il primo viaggio del Papa è la prima terra toccata da molti di coloro che provano a raggiungere l’Europa via mare. É la terra che vede per prima gruppi di persone disperate, sfinite da viaggi inumani.
I commenti di politici e giornalisti di destra si sono distinti per aver contrapposto la predicazione alla politica. Alcuni hanno richiamato la drammaticità della situazione economica italiana per affermare che di questa il Papa si sarebbe dovuto occupare prima di rivolgersi a chi viene da “fuori”. Ovviamente appartengono a quella corrente di pensiero per la quale i poveri sono importanti quando si possono usare come arma politica: la disperazione di chi attraversa il mare contro quella dei molti italiani impoveriti (dalle politiche di destra).
Quasi mai questi commentatori parlano dei migranti come persone; preferiscono chiamarli clandestini e, implicitamente, accusano il Papa di legittimazione della clandestinità.
Già utilizzare questa terminologia implica un giudizio. Proviamo, invece, a parlare di persone prive di regolari documenti di ingresso, in molti casi potenziali richiedenti asilo. Qualcosa cambia e anche parlare della loro morte diventa più impegnativo perché non muoiono “clandestini”, ma uomini, donne, bambini. L’indifferenza di cui ha parlato Francesco è favorita se si parla di clandestini cioè persone che commettono un reato e non di persone.
L’ossessione di questi commentatori è la legalizzazione della clandestinità e mostrano una grande paura di perdere una supposta identità nazionale italiana come se questa fosse un corpo compatto di valori, di regole, di culture, di comportamenti isolati da influenze esterne. E, invece, le identità, come le lingue, sono costruzioni umane che cambiano, sono permeabili alla storia, alle modifiche del contesto.
Ciò che fa paura e che riesce difficile accettare in realtà è proprio una caratteristica umana e naturale ineliminabile e cioè che chi vive sul pianeta Terra si è sempre spostato alla ricerca di migliori condizioni di vita. O forse pensiamo che esista un Homo Italicus fin dall’inizio dei giorni? La paura fa brutti scherzi soprattutto quando si inserisce in un ambiente culturale dominato dall’egoismo e dall’individualismo. Così un problema di organizzazione e di razionalizzazione, di politiche e di strategie diventa un problema di ordine pubblico. Irrisolvibile per di più.
Spesso viene tirato in ballo il legame tra clandestinità e i giri di affari della criminalità organizzata come se i migranti ne fossero protagonisti e responsabili e non vittime. Chi se ne approfitta, invece, sono altri e sono tanti. È semplice ed è esperienza quotidiana: tante persone prive di regolari documenti sono “invisibili”, e quindi facilmente ricattabili e sfruttabili nelle campagne, nei cantieri, nelle case. Per accorgersene non serve studiare corposi documenti né andare tanto lontano: basta guardare nelle nostre case e nei mille luoghi di lavoro dove i migranti sostengono tante attività economiche e erogano servizi a costi molto convenienti per i datori di lavoro. Possiamo farne a meno, possiamo rimandarli a casa? No, ovviamente no e lo sappiamo tutti molto bene perché poi non sapremmo come sostituirli.
Al contrario contro lo sfruttamento dell’immigrazione irregolare dobbiamo fare qualcosa. Innanzitutto bisogna cambiare la normativa che è fondata su una colossale ipocrisia. Ora per venire in Italia occorre essere in possesso, ancora prima di arrivare, di un contratto di lavoro, a condizioni ben lontane da quelle che l’attuale mercato del lavoro riesce ad assicurare. La legge Bossi-Fini è indegna di un paese civile e riflette la cultura di un centro destra che si straccia le vesti per le sorti di un pluricondannato per reati comuni come Silvio Berlusconi che pretende di essere posto al di fuori della legalità e poi mostra la faccia feroce con i migranti gettando il problema sulle spalle degli italiani. La destra ha saputo solo lavarsene le mani facendo finta di creare norme che tutti sanno essere inapplicabili.
È evidente che se ci sono persone disposte a spendere tanti soldi, pericoli e sofferenze per venire in Italia ciò accade perché sono mosse dalla disperazione. O, forse, la destra pensa che ai migranti piaccia fare le gite in barca nel Mediterraneo? Il problema è che la destra è disposta anche ad attaccare il Papa se osa parlare il linguaggio della verità. La Chiesa e il Papa per la destra vanno bene fino a che si pongono a guardia del potere delle classi dirigenti per quanto corrotte e corruttrici possano essere (basti pensare a quel grande corruttore che è Berlusconi).
Sempre più la destra appare inadatta a governare la collettività. Un’ideologia di chiusura, del “noi contro loro”, della “cultura minacciata”, che serve solo a difendere il potere di classi dirigenti o gruppi di potere che hanno dato l’assalto allo Stato e hanno fatto della corruzione e della sistematica compravendita di persone a tutti i livelli il loro principale valore non può guidare un paese che vuole guardare al futuro.
Claudio Lombardi
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