Il nuovo Senato e la valutazione
Di seguito l’articolo della Costituzione che descrive identità e funzioni del nuovo Senato
“Il Senato della Repubblica rappresenta le istituzioni territoriali ed esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica. Concorre all’esercizio della funzione legislativa nei casi e secondo le modalità stabiliti dalla Costituzione, nonchè all’esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l’Unione europea. Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione europea. Valuta le politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l’impatto delle politiche dell’Unione europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge e a verificare l’attuazione delle leggi dello Stato”.
Se questo articolo sarà approvato definitivamente finirà il bicameralismo come lo abbiamo conosciuto finora e nascerà un sistema basato su due Camere di natura diversa e con funzioni diverse. È un grande cambiamento sul quale si può essere d’accordo o no, ma non gli si può negare coerenza con la realtà di uno Stato che proclama di articolarsi in più dimensioni, nazionale e territoriali, facendo perno sul regionalismo.
Le funzioni chiave del nuovo Senato sono chiare e, oltre a quella di rappresentanza delle istituzioni territoriali e di raccordo tra questi, lo Stato e l’Unione Europea, vi sono quelle di valutazione delle politiche pubbliche, delle attività delle pubbliche amministrazioni e dell’impatto delle politiche europee sui territori.
Quelle di valutazione potranno essere le funzioni chiave e non a caso nel corso dei dibattiti che, per decenni, si sono svolti sul superamento del bicameralismo, più volte è stata sottolineata l’esigenza di una più incisiva funzione parlamentare di controllo la cui sostanza risiede in un’attività di conoscenza e di valutazione.
Una volta superate le polemiche che stanno accompagnando la definizione di una riforma costituzionale più volte studiata, annunciata, richiesta, proclamata forse si riuscirà a vedere concretamente come il nuovo Senato potrà svolgere efficacemente le funzioni che gli sono state assegnate. Fra queste, valutare le politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni nonché l’impatto delle politiche europee sono, forse, le più difficili e impegnative ed anche quelle di cui si è più sentita la mancanza.
Il problema vero è come potrà farcela il nuovo Senato perché se dovesse applicarsi sul serio al compito di valutare che parte inevitabilmente dal monitoraggio si troverà a fare i conti con il gigante della spesa pubblica e degli obiettivi ai quali è indirizzata con l’aggiunta delle politiche europee e dei relativi fondi. Quando, però, si parla di valutazione e di monitoraggio si deve anche parlare di partecipazione dei cittadini. E qui si aprono scenari inediti tutti da esplorare.
Questa appare la vera novità che richiederà uno studio accurato e la predisposizione di un apparato dedicato in maniera specifica a tali compiti. Una sfida che converrà sostenere
C. L.
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