Il sentiero stretto dei conti

Mentre Salvini invocava uno scostamento di bilancio di almeno 30 miliardi, Giulio Tremonti e  Maurizio Leo (candidato nelle liste e responsabile economico di FdI) lo smentivano affermando il contrario: non bisogna aumentare il debito. Identica la motivazione: il rischio che i fondi speculativi si scatenino contro l’Italia. “L’obiettivo resta”, precisa Leo, “non incrementare il debito pubblico e mandare il segnale a tutti gli spettatori interessati che al governo non ci sarà una finanza allegra. Perseguiremo i nostri obiettivi tarandoli sulle risorse a disposizione”. Affermazioni che attestano non solo la diversità di idee nello schieramento dato per vincente ma anche la consapevolezza implicita che effettivamente “protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale” (Draghi discorso a Rimini del 24 agosto).

È un bene che ci sia questa consapevolezza ai vertici di FdI perché indica che la situazione italiana è veramente molto delicata e che una politica disordinata e provocatoria, in presenza delle ingenti risorse assegnate all’Italia con il PNRR, non avrebbe alcuna via d’uscita. Sarà dura per la Meloni, se veramente dovesse guidare il prossimo governo, conciliare le promesse sparse a piene mani dai suoi alleati, con le possibilità reali. Per anni il PD è stato accusato di essere un banale partito responsabile e di garanzia istituzionale. Forse FdI sarà costretto a seguire la stessa strada?

30 agosto 2022

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