Il valore della legalità; è ora che vinca la Costituzione e lo stato di diritto (di Claudio Lombardi)

La legalità è un valore fondante di ogni convivenza sociale. Per questo, di fronte alle urla scomposte di chi al vertice del Governo accusa la Magistratura di eversione per aver osato imputare di reati comuni il Presidente del Consiglio, bisogna tenersi alla lettera e al senso delle norme sulle quali si fonda il nostro Stato. Fra queste riportiamo alcune di quelle che, nella Costituzione, riguardano la Magistratura e la Giurisdizione

Art. 25. Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge

Art. 101. La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge

Art. 104. La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere

Art. 107. I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospesi dal servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a decisione del Consiglio superiore della magistratura, adottata o per i motivi e con le garanzie di difesa stabilite dall’ordinamento giudiziario o con il loro consenso

Art. 112. Il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale.

Di seguito una definizione di eversione rintracciabile in qualunque vocabolario della lingua italiana

Eversione: attività politica distruttiva, che punta con ogni mezzo a creare disordine per scardinare le istituzioni esistenti

Ed ecco una descrizione dello stato di diritto che corrisponde a quella di qualunque enciclopedia o manuale di diritto.

Nello stato di diritto tutti i poteri sono attribuiti, regolati e limitati dal diritto. Per evitare che il legislatore divenga tiranno, creandosi leggi su misura, si è storicamente ricorsi a due mezzi: all’idea che esista un limite invalicabile costituito dai diritti naturali dell’individuo che il legislatore non può violare; e a una normazione che sta sopra e alla base della legge che vincola, perciò, lo stesso legislatore ordinario e cioè a una costituzione rigida che richiede procedure speciali per essere modificata tranne alcune norme che sono immodificabili (la forma repubblicana dello Stato e l’eguaglianza per esempio).

Concorrono a dare equilibrio e stabilità allo Stato anche la divisione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario); la fiducia parlamentare di cui deve godere il Governo; l’indipendenza dei giudici; la sottomissione delle leggi al giudizio di legittimità costituzionale; la sottomissione della pubblica amministrazione alla legge e alla giurisdizione di organismi indipendenti; l’obbligo di tenere elezioni per il rinnovo delle cariche elettive; la sottoposizione al giudice naturale precostituito con legge; l’obbligo di esercitare l’azione penale in caso di notizia di reato che giunga a un pubblico ministero.

Come si vede sono norme e principi assolutamente necessari alla convivenza civile. Senza questi si scatenerebbe l’assalto alla conquista dei poteri pubblici o alla ricerca delle complicità con chi li esercita al fine di sottrarsi alle leggi e di commettere qualunque reato rivendicando per sé stessi l’impunità. Verrebbe meno lo stato di diritto e si affermerebbe il diritto del più forte esattamente come avvenne nei secoli passati quando l’Europa emerse dal crollo dell’Impero romano e non esisteva altra autorità che quella di bande di predoni che stabilivano la loro legge sfruttando e tormentando chi soccombeva.

La certezza del diritto è, quindi, il primo bene pubblico indispensabile per tutti i cittadini.

Ciò che sta accadendo in questi giorni mette a rischio questo bene in nome di interessi di parte. Il Presidente del Consiglio viene accusato di gravi reati nell’assoluto rispetto delle procedure e delle leggi. Invece di dimostrare la propria innocenza mettendo a disposizione della Magistratura tutti gli elementi che dovrebbero scagionarlo da accuse infamanti per qualunque persona e inammissibili per chi riveste cariche pubbliche, scatena un’aggressione contro i magistrati sostenuto da molti esponenti della sua parte politica e da esponenti del Governo che, come il ministro della giustizia, dovrebbero astenersi dal preparare strategie di attacco ai magistrati in combutta con un imputato.

Ciò che sta avvenendo da parte del Presidente del Consiglio e di altri corrisponde esattamente alla definizione di eversione riportata più sopra.

Colpisce che le argomentazioni portate a sua difesa da tutti gli esponenti della sua parte politica ignorino la gravità delle accuse, ricorrano a sofismi grossolani per stravolgere e nascondere evidenti dati di fatto rendendo le loro prese di posizioni simili a quelle di complici che devono a tutti i costi sottrarre alle accuse il loro capo.

Speriamo che alla fine vinca la Costituzione e lo stato di diritto perché i cittadini hanno estremo bisogno di fidarsi delle leggi, delle istituzioni e degli apparati dello Stato e hanno estremo bisogno che il Governo non sia nelle mani di una banda che lo utilizza per i propri interessi privati.

Claudio Lombardi

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