IMU scuole private e cliniche: le furbate del Ministero dell’economia

idea geniale IMU ChiesaScuole, cliniche e altre strutture di enti non commerciali (in maggior parte della Chiesa cattolica) saranno esenti da IMU e TASI. Questo stabilisce il decreto del Ministero dell’economia firmato il 26 giugno. Certo, è meglio una regolamentazione piuttosto dell’abuso che c’è stato nel passato quando tutto ciò che rientrava nell’orbita religiosa non pagava nulla però qualche riflessione va fatta.

La prima è che questo decreto rappresenta l’attuazione di una norma decisa dal governo Monti nel 2012 quando scoppiò lo scandalo dell’IMU (e ICI) per gli edifici della Chiesa. Due anni per attuare una legge non sono pochi, ma sono la normalità per un Paese nel quale mancano qualcosa come 500 decreti per rendere operative le leggi approvate dal Parlamento negli anni passati. Evidentemente il nostro è un Paese di annunci, non di risultati raggiunti. Quando, però, si tratta di aumenti di imposte e tasse “miracolosamente” non ci sono ritardi e tutto è immediatamente applicabile. Strano, ma vero.

La seconda è che il decreto introduce il principio che chi svolge un servizio di pubblica utilità deve essere agevolato sul piano fiscale. La supposizione, evidentemente, è che la presenza di strutture private eviti allo Stato di sostenere una parte delle spese che avrebbe dovuto erogare per fornire il servizio e che i privati che lo sostituiscono non facciamo del profitto il loro scopo principale.

scuola privateSembra proprio questo il criterio che introduce il CMS cioè il costo a carico dello Stato per ogni studente nelle scuole pubbliche. Se le rette incassate dalle private sono inferiori al costo medio non pagano IMU e TASI. Invece, case di cure e cliniche private sono esenti se accreditate ovvero se svolgono attività assistenziali per il SSN. Il senso è che le strutture private impiegano tutte le loro entrate, nei limiti delle risorse che lo Stato impiega per le stesse finalità, per erogare il servizio.

La terza riflessione è che il criterio introdotto dal decreto appare debole quanto  motivazioni ed argomentazioni giuridiche. In generale, per le scuole, non sembra sostenibile poiché non risulta che le scuole pubbliche siano organizzate tenendo conto del servizio fornito dalle private. Diverso è il caso per le strutture di cura che effettivamente integrano quelle pubbliche e, in alcuni casi, le sostituiscono.

Ma, ed ecco la quarta riflessione, bisogna tener conto che, comunque, il costo del servizio è pagato sia dalle famiglie che dai contributi pubblici. Il decreto ne tiene conto tanto è vero che stabilisce che il parametro di esenzione per IMU e TASI è quello delle rette pagate dalle famiglie: se sono inferiori al CMS scatta l’esenzione. Ovviamente è facile osservare che per favorire le scuole private basta fissare il CMS tanto in alto che tutte le rette (o quasi) delle scuole private stanno al di sotto. In ogni caso le rette non rappresentano le sole entrate perché bisogna tenere conto anche dei finanziamenti pubblici che arrivano alle scuole private.

sanità privataLo stesso ragionamento vale anche per le strutture di cura alle quali è sufficiente l’accreditamento al SSN per far scattare l’esenzione. Anche in questo caso, però, il servizio è pagato dallo Stato! Per far capire la stranezza di quanto stabilito basti pensare ad un laboratorio di analisi convenzionato con il SSN che riceve i rimborsi per le prestazioni erogate e poi paga la sua IMU e la sua TASI. Perché le strutture sanitarie private dovrebbero essere diverse?

Chiaramente un giudizio equilibrato deve tener conto di tanti fattori, ma resta la stranezza di un’esenzione fiscale che non sembra avere fondamenta solide quasi come se si fosse voluto dare oggettività giuridica ad una decisione politica che comunque doveva essere presa. Insomma sembra quasi una “furbata” per mantenere l’esenzione che c’era prima creando una cornice giuridica che non la metta più in discussione.

Unica consolazione: alberghi, ostelli e simili dovranno pagare in misura sicuramente maggiore che nel passato. Meglio di niente è….

Claudio Lombardi

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