La Concordia e l’orgoglio italiano (di Angela Masi)
Standing ovation mondiale per il raddrizzamento della Concordia…. Adesso il Gigante del mare è quasi pronto per lasciare quelle acque. Tanti, a cominciare dal Capo del governo, esultano al successo italiano e parlano di orgoglio dell’Italia.
Siamo tutti contenti che il relitto della Concordia possa essere portato via, ma tanto entusiasmo andrebbe ben calibrato. Il successo non è dell’Italia che si è, anzi, dimostrata incapace di prevenire il disastro causato da un’incredibile sequela di violazioni di norme e del semplice buon senso in omaggio a una concezione rapace dove l’interesse privato la fa da padrone.
Il successo è di quelli che hanno concepito, organizzato e effettuato la rimozione della nave. Bravi tutti dagli ingegneri all’ultimo lavoratore nel compiere l’eroica impresa, ma non ci stupiamo: fra gli italiani ci sono tesori di competenza e di capacità che il mondo ci invidia. E infatti il “mondo” riesce sistematicamente a prenderseli. Il problema è che non rimangono in Italia perché qui non c’è molto posto per i meriti, ma ce n’è tanto per le cordate, le camarille, le fedeltà personali.
Lasciamo quindi perdere l’orgoglio italiano e parliamo piuttosto delle conseguenze del disastro e della prevenzione di una sua ripetizione.
Sulle conseguenze sappiamo che un maxi processo è in corso e che lo Schettino è agli arresti domiciliari. 32 morti, non si sa quanti feriti, danni all’ambiente, un miliardo perso tra nave affondata e recupero e Schettino sta ai domiciliari pronto a dichiararsi innocente. A quando la dichiarazione di essere un perseguitato dei giudici?
Circa la prevenzione le cronache parlano di passeggiate dei transatlantici nella Laguna di Venezia per soddisfare il turismo “mordi e fuggi” e l’emozione di vedere il Campanile di S. Marco dall’alto del ponte superiore di una grande nave.
Ma è mai possibile che l’Italia abbia così poca dignità? Vorremmo sapere dalle autorità competenti se ritengono di intervenire con la proibizione assoluta di avvicinarsi in nave a piazza S. Marco o se è meglio aspettare l’incidente per cadere dalle nuvole e accorgersi del problema.
Comunque in Italia sappiamo bene cosa voglia dire “abbandonare la nave prima che affondi” anche se la nave non la comandiamo noi. Troppo grandi i mostri da combattere, troppo poche le briciole di Hansel e Gretel da spargere per ritrovare la strada…
La cronaca politica “pompata” dai media sembra un gigantesco fotoromanzo fondato sul pettegolezzo. Si perdono i dati di fatto, i punti di riferimento vengono stravolti e ogni volta cambiati per cui adesso sembra che chi invoca la legalità sia un pericoloso provocatore. Il pluricondannato Berlusconi lancia proclami televisivi contro i giudici e diventa la notizia del giorno non per condannarlo, ma per studiarne le mosse. E vogliamo scandalizzarci se Schettino pilotava la Concordia come un motorino?
La gente comune spera che l’Italia esca dalla crisi, spera che i rappresentanti politici si facciano carico dei loro drammi e che il Governo, nato all’uopo, risolva delle emergenze che mettono a rischio la tenuta del Paese.
Spera, ma poi ascolta i telegiornali, legge i quotidiani e capisce che i politici si occupano d’altro, presi da un meccanismo impenetrabile alla gente comune e che si autoalimenta e per il quale non è fondamentale il destino del Paese; importante è che l’ultimo che rimane abbia il “bastone” del comando.
Ci sono tanti giovani che hanno studiato e che vorrebbero lavorare, ma si trovano le porte sbarrate perché ….. la crisi e i tagli, i tagli e la crisi….. Intanto, però, dovremmo entusiasmarci all’abolizione della prima rata dell’IMU. Dico: ma siete matti voi che avete il potere di decidere per tutti?
Non sarà il caso di rischiare con un cambiamento radicale che dia una scossa vera allo stato di cose esistenti? Dobbiamo proprio rassegnarci ad essere mal governati?
Angela Masi
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!