La dignità delle donne e quella dell’Italia: è ora di cambiare classe dirigente (di Claudio Lombardi)
La straordinaria giornata di ieri, 13 febbraio, a difesa della dignità delle donne ha ricevuto varie critiche: dalla strumentalizzazione politica in chiave antiberlusconiana, al moralismo e, addirittura, al puritanesimo. Facile replicare che chi fa spettacolo delle proprie perversioni o fissazioni non può poi lamentarsi di essere sottoposto a critiche e a giudizi per i comportamenti che sono sotto gli occhi di tutti. Facile replicare anche agli ipocriti che, fino a ieri, volevano dettare legge sul corpo femminile e che adesso si propongono come strenui difensori della libertà di fare i propri comodi senza alcun limite. Chiaramente sono sempre i comodi di chi ha denaro e potere per considerarsi al di sopra dell’etica e delle leggi.
Un aspetto da non sottovalutare delle manifestazioni del 13 febbraio è un forte richiamo alla concretezza delle persone vere e dei problemi delle vite reali. L’urlo con cui sono iniziate ha avuto questo valore: svegliatevi, qui ci sono italiane e italiani che sono stufi di essere governati da gente che si occupa innanzitutto dei propri affari; che fa dei propri interessi privati il fulcro intorno a cui ruota l’attività delle istituzioni dello Stato; che pretende per sé l’impunità da qualsiasi reato e che rifiuta di essere sottoposto alla Costituzione e alle leggi; svegliatevi perché questa è la Repubblica italiana con la sua Costituzione e non è la monarchia del gruppo di potere che si è creato intorno ad un ricco che dopo anni di lotta per restare al vertice si ritrova straricco con una illuminante somiglianza a ciò che accade nei regimi autoritari i cui capi (vedi Mubarak e Ben Ali) quando vengono cacciati si scoprono ricchi sfondati avendo accumulato, all’estero, fortune immense evidentemente rubate alle nazioni che hanno dominato.
La concretezza è il tema di un articolo di Mario Pirani comparso su Repubblica del 14 febbraio che vale la pena di riprendere.
Pirani ricorda che, durante l’ultimo Vertice europeo svoltosi pochi giorni fa a Bruxelles, “la Merkel e Sarkozy hanno presentato proposte rivoluzionarie con possibili effetti dirompenti” per i paesi europei. Anche la situazione egiziana è stata al centro dei colloqui e dell’interesse generale per le evidenti conseguenze che ci potevano essere nell’intera area mediterranea e nei rapporti di tutta l’Europa con i paesi del Nord Africa.
Ebbene, Pirani richiama l’attenzione sulle dichiarazioni di Berlusconi in quella sede nelle quali si denunciava la situazione italiana dove i magistrati avrebbero usurpato il potere e la Corte Costituzionale li avrebbe sostenuti cassando le leggi approvate dal Parlamento essendo composta da uomini della sinistra.
Ciò ha dimostrato l’assoluto disinteresse del Presidente del Consiglio per i temi in discussione al Vertice che si è concluso con decisioni che potrebbero avere effetti drammatici per l’Italia.
Ecco la sintesi di Pirani: “ i paesi dell’Eurozona entro un anno dovranno approvare 3 indicatori che fissino il livello di indebitamento, quello della produttività e la percentuale di PIL destinata a ricerca, educazione e infrastrutture. Questi indicatori dovranno rapportarsi, sempre entro un anno, all’approvazione di 6 riforme (alcune ci riguardano, altre no) sull’indicizzazione dei salari, le pensioni, il riconoscimento dei titoli di studio, una imposizione unica per le imprese, una norma costituzionale sull’indebitamento pubblico, un regime omogeneo per le crisi bancarie.
In concomitanza con l’introduzione di questa disciplina economica, verrebbe varato un meccanismo finanziario salva stati investiti da gravi crisi. Tra le proposte vi è quella di ridurre il debito per una somma annua pari al 5% della differenza fra l’attuale ammontare rispetto al PIL (oggi per noi al 118%) e il 60% fissato a suo tempo a Mastricht. Per ottemperarvi e non subire le penalizzazioni conseguenti dovremmo risparmiare il 3% del PIL all’anno e, cioè, 45 miliardi di euro.”
Ciò significa che noi cittadini italiani (singoli e imprese) dovremmo pagare 45 miliardi di euro l’anno per rimediare all’assenza e all’incapacità del nostro Governo.
La conclusione di Pirani è che per il Presidente del Consiglio è più importante occuparsi di Ruby che delle decisioni europee tenendo, inoltre, all’oscuro gli italiani delle conseguenze che ricadranno su di loro.
La nostra conclusione è che questo Presidente del Consiglio è diventato da molto tempo una palla al piede per il nostro Paese e che sarebbe ora che al vertice delle istituzioni salisse una nuova classe dirigente che restituisse alla politica la sua dignità e che cacciasse (chiedendo anche i danni se del caso con il lavoro della Magistratura e della Corte dei Conti) chi ci ha portato in questa situazione.
Claudio Lombardi
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